Forgotton Anne - recensione
Può un'avventura "old style" essere sorprendente ed emozionante al punto da far venire i brividi e la pelle d'oca? Può riuscirci ancora oggi, nel 2018? Fino a qualche giorno fa avremmo esitato di fronte a questa domanda, ma dopo aver giocato Forgotton Anne abbiamo cambiato idea. La risposta è: assolutamente sì!
Se avete seguito questo gioco dal primo annuncio e non avete vissuto in una campana di piombo negli ultimi 30 anni, non possono esservi sfuggite le sue chiare fonti d'ispirazione. Qui si parla di Studio Ghibli, la Disney giapponese... meglio della Disney giapponese. Paragonare un gioco di questo tipo (tra l'altro totalmente esordiente) con i lavori di uno studio che ci ha regalato capolavori immortali come La Città Incantata e Quando si Alza il Vento può sembrare azzardato ma credeteci, non lo è.
Forgotton Anne è un viaggio, narrato senza soluzione di continuità con una cura e una delicatezza che raramente abbiamo riscontrato nel medium videogioco. Purtroppo raccontarvi nel dettaglio la storia di questo titolo è un esercizio pericoloso, che rischia di rovinarne la fruizione. Ci limiteremo a dire che la protagonista Anne diventa protagonista di una storia ambientata in un mondo a metà tra il reale e l'onirico, popolato da oggetti che hanno perso la loro identità a causa dei proprietari che li hanno dimenticati.
