Pool Panic – Giocare a biliardo sotto LSD
Non è importante quanta passione metti nello sviluppo, ma quanto ti diverti coi colleghi durante l'happy hour.
Per me, che amo e bramo l'assurdo ad ogni costo, è stato impossibile resistere allo charme di Pool Panic, fin dai pochi secondi dedicatigli da Nintendo durante uno degli ultimi Nindies showcase. Troppo folle, troppo strano, pericolosamente e impavidamente in equilibrio sul baratro dell'insensatezza, un viaggio sotto acido in una società popolata da bilie (che è un nome orribile da pronunciare, facciamo che dirò “biglie” o “palle” d'ora in avanti), con i loro usi e costumi, divertimenti e attività lavorative, totalmente scombussolate da una psicopatica biglia “battente”, candida come un fiocco di neve e mossa dalla proiezione mentale di una stecca, grazie alla quale potrà perpetrare fastidi assortiti ai danni della cittadinanza. La simulazione di biliardo meno realistica di sempre, come l'ha definita lo stesso team di sviluppo, Rekim Game sotto la bandiera di Adult Swim Games, benedetta da uno stile artistico clamoroso, eccezionale, che fa tanto Rick & Morty shakerato con i primissimi Simpson, aromatizzati dai trip di Bojack Horseman nei momenti di autodistruzione più pura, il cui valore supera di gran lunga quello ludico, dando vita a un centinaio di minuscoli cortometraggi che vale la pena scoprire dal primo all'ultimo. Mandiamo in buca questa recensione.
