Super Mario Party - prova
Se esistesse un panthéon dedicato ai titoli capaci di rovinare le amicizie più durature, Mario Party si aggiudicherebbe senza sforzo un posto nell'Olimpo. Anzi, l'intera line-up multigiocatore di Nintendo potrebbe ambire allo stesso risultato perché, tra gusci rossi e stelle rubate, la filosofia da "divano con gli amici" della casa giapponese regala da anni in egual misura risate fragorose e spettacolari momenti di rage. La nostra prova di Super Mario Party ha riportato alla mente i tantissimi momenti felici trascorsi sull'immortale Nintendo 64, paladino di un'era di indiscussa leadership del colosso di Kyoto nell'offerta multiplayer.
Il nuovo capitolo del board game digitale pesca a piene mani dal passato: nonostante 80 minigiochi completamente nuovi, fin dalle prime caselle della Fortezza Domino Whomp abbiamo assistito all'evidente celebrazione dell'originale giungla di Donkey Kong. Ve la ricordate? Quella in cui una roccia rotolante in puro stile Indiana Jones inseguiva i malcapitati personaggi lungo il percorso verso la stella; ecco, quello stesso masso ha perseguitato il nostro povero Waluigi, costringendolo ad una partita in costante inseguimento delle agognate stelle premio.
Parlando di stelle, siamo costretti a riportarvi l'unica crepa nelle solidissime fondamenta del gameplay: una volta, le ricompense erano assegnate a personaggi che si erano distinti nel portare a termine imprese ben determinate, come vincere più minigiochi o guadagnare più monete; in Super Mario Party, invece, il gioco sembra selezionare da un poll due stelle casuali, premiando la semplice fortuna rispetto allo sfoggio di skill. Del resto, tocca tenere a mente che la natura stessa del party game è ricamata attorno all'elemento randomico fin dal momento del lancio dei dadi.
