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Yakuza Kiwami 2 – Recensione

Yakuza? Ancora? Ma quanti ne escono? Se ultimamente siete circondati da recensioni, guide e articoli riguardanti la serie di Toshihiro Nagoshi, vi sarete sicuramente accorti della ormai possente e periodica presenza di questi titoli. La verità è che negli ultimi tre anni abbiamo avuto almeno uno Yakuza l'anno, e questo non può che farci assolutamente piacere. Il 2018 ha visto l'uscita di Yakuza 6: The Song of Life, finale di una lunga saga e conclusione della storia di un grande personaggio come Kazuma Kiryu, e l'arrivo del titolo che ci apprestiamo a recensire: Yakuza Kiwami 2, remake del secondo capitolo uscito nel lontano 2008 su PlayStation 2.



La malinconia e il senso di smarrimento datoci da Yakuza 6 è stato in parte smorzato dalla consapevolezza di poter giocare nei panni del nostro Dragone già pochi mesi più tardi. E' un po' come quando annunciano il ritorno di un grande titolo dopo tanto tempo, solo che in questo caso è intercorsa soltanto un'estate e, nonostante non sia ancora chiaro dove la serie voglia andare a parare, anche se un'idea ce l'abbiamo (ci riferiamo al protagonista di Yakuza Online Ichiban Kasuga), sono attualmente previste ben tre remastered relative ai restanti capitoli. Insomma, un'intera saga disponibile su PlayStation 4 è il modo migliore per pubblicizzarsi e indubbiamente una delizia per tutti i fan, vecchi e nuovi.



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Bentornato a casa, uncle Kaz



E' passato solo un anno dalle vicende di Yakuza Kiwami, in cui il nostro Dragone ha perso i suoi maggiori punti di riferimento. Kiryu ha prima ottenuto e poi subito abbandonato, con un'evasione rocambolesca, la carica di quarto chairman del clan Tojo, facendo subentrare il fidato Yukio Terada e scegliendo di cominciare una vita lontana dagli affari della Yakuza, insieme all'ormai orfana Haruka Sawamura che ha deciso di adottare in nome dei sentimenti per sua madre Yumi.



Il clan Tojo, però, è per l'ennesima volta minacciato da correnti esterne provenienti dall'est; l'Alleanza Omi, composta da tantissime famiglie, è divenuta ingestibile per l'anziano chairman Jin Goda, che vede proprio tra i maggiori refrattari suo figlio Ryuji Goda, anche conosciuto come Drago del Kansai. Quest'ultimo, oltre a essere assetato di potere, è intenzionato a eliminare il leggendario Dragone di Dojima, per rimanere il solo e unico Drago sulla piazza e per governare tutta la criminalità organizzata giapponese, risucchiando così, ancora una volta, il nostro protagonista nel circolo vizioso. Sia Kiryu che Ryuji, però, non sono a conoscenza di qualcosa di molto più grande, una bomba a orologeria arrivata al suo ultimo giro di lancette, dopo decenni di attesa.



I sedici capitoli di Yakuza Kiwami 2 propongono, secondo noi, una delle più belle trame che la serie mette a disposizione, con colpi di scena uno dopo l'altro e tanti personaggi che entrano subito nelle grazie del videogiocatore. La caratterizzazione dei personaggi è fantastica, Ryuji Goda è uno di quegli antagonisti che incute subito terrore, ma anche Jiro Kawara, protagonista del flashback iniziale, la detective Kaoru Sayama e i personaggi classici della serie come Majima Goro, Makoto Date, Daigo Dojima e lo stesso Yukio Terada, permettono a Yakuza Kiwami 2 di raggiungere la vetta e di chiudere il progetto Kiwami nel migliore dei modi.



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L'importanza di Majima Goro…



Un personaggio trascurato nell'ultimo appuntamento con la saga è invece più presente che mai in questo capitolo. Una volta compresa la figura del Cane pazzo di Shimano, è difficile non pensare di essere davanti a uno di quei personaggi in grado di reggere la scena da solo, rischiando di mettere da parte anche il protagonista principale. E' proprio per questo che, oltre a ricoprire un ruolo fondamentale nella trama, ha ricevuto una vera e propria campagna a sé stante, composta da tre capitoli ambientati nell'anno che intercorre tra Yakuza Kiwami e Yakuza Kiwami 2.



I capitoli non sono disponibili fin dall'inizio ma vengono sbloccati progredendo nella storia principale, e, seppur molto brevi, introducono ai primissimi problemi tra Kansai e Kanto e contengono un gradito richiamo a un evento accaduto in Yakuza Zero. Nel corso della saga potremo visitare normalmente sia Kamurocho che Sotenbori e accedere a tutte le attività secondarie, ma non potremo potenziare le statistiche e imparare nuove mosse. Lo stile di combattimento di Goro Majima è particolare ma anche limitato; l'unica arma utilizzabile è quella personale e le heat action disponibili si contano sulle dita di una mano.



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… e della Majima Construction



La carriera nel settore edile del personaggio secondario più amato dai fan di Yakuza, oltre a essere importante per la trama, è teatro della modalità Clan Creator, ereditata da Yakuza 6 e migliorata sia sul lato grafico grazie a un'interfaccia meno rozza, sia sul gameplay affinando alcune meccaniche di gioco e cambiandone altre; sarà possibile mettere insieme fino a tre squadre diverse da poter scegliere prima di ogni battaglia, acquistare equipaggiamento aggiuntivo e reclutare nuova forza lavoro progredendo all'interno della modalità, combattendo per le strade, completando le sidequest o piazzando semplici annunci di lavoro.



La modalità Clan Creator si svolge in gran parte nel cantiere di Kamurocho Hills e aggiunge, oltre alla meccanica principale di schierare e muovere la propria squadra contro le orde, quella di difendere alcuni oggetti chiave come le attrezzature da lavoro, cosa che non vi permetterà affatto di dispiegare forze a caso come accadeva nel precedente capitolo, rafforzando la componente strategica che comunque rimane molto leggera. Siamo certi che l'inno ufficiale della Majima Construction vi risuonerà in testa più e più volte.



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19 settembre 2018 alle 17:00

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