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Soulcalibur VI - recensione

Se per voi non è un problema, partiremmo subito con il Lupo Bianco di Rivia. Sì, perché il personaggio di Geralt, guest di questa edizione, è probabilmente il miglior ospite ad aver mai varcato la soglia del mondo di Soulcalibur e, oltre a combattere in modo eccellente, può contare sulla teoria dei multiversi targata The Witcher per inserirsi perfettamente nelle trame dell'epopea delle due spade.



Grazie allo swordplay fantastico, al doppiaggio targato Doug Cockle (il doppiatore originale), ai segni che si sposano alla perfezione con il sistema di combo e grazie soprattutto a un episodio narrativo che riesce nell'intento di non fare torti né all'universo di CD Projekt né al sedicesimo secolo secondo Project Soul, lo Strigo porta agilmente a casa la corona per il miglior crossover finora realizzato nella storia di Soulcalibur.



Lo sappiamo, state rimuginando su Link, Kratos e Darth Vader, ma la verità è che non possono competere con l'integrazione a tutto tondo che ha caratterizzato la comparsa di Geralt.

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17 ottobre 2018 alle 13:20