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Overlord - recensione

Siamo al D-Day, le truppe alleate stanno per sbarcare in Normadia e un gruppo di soldati viene paracadutato in Francia per fornire alle truppe supporto da terra. Loro principale incarico sarà minare il campanile di una chiesa su cui i nazisti hanno installato una potente antenna radio.



Costretto dalla violenta reazione della contraerea a un atterraggio cruento, il plotone si sparpaglia sul territorio, viene subito decimato e i sopravvissuti trovano rifugio in un paesino vicino alla base dei Nazisti, dove incontrano un'impavida ragazza del luogo. Fin qui sembra quasi Il giorno più lungo, ma gli eroici anche se titubanti soldati scopriranno velocemente che nella base tedesca avviene ben altro, e che i segnali radio non sono l'interesse primario dei crucchi.



Nei cupi sotterranei, vero gabinetto di un folle Dottor Caligari, un macellaio in camice bianco sta conducendo disumani esperimenti sugli inermi abitanti del luogo, materiale rastrellato ciclicamente a costo zero e senza alcuna conseguenza, con l'intenzione di creare una razza superiore da impiegare ovviamente in combattimento. E nei sotterranei, fra esperimenti falliti e sadici tentativi, ben altro è cresciuto, di ferocissimo e ingovernabile.

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6 novembre 2018 alle 16:20