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Brawlout – Recensione

Se c'è un genere che più di ogni altro sfrutta i fan per produrre nuovi capitoli di uno stesso titolo, questo è sicuramente quello dei picchiaduro. Come ci hanno negli anni insegnato i vari Mortal Kombat, Street Fighter e Tekken, squadra che vince non si cambia (se non di poco). Tanto facile tenersi stretti i fan quanto difficile sembra crearsi la giusta schiera di appassionati, come tenta di fare il recente Brawlout.



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Ci son due coccodrilli e un luchador



Dopo un fallimento illustre come quello di PlayStation All-Stars Battle Royale, titolo interessante ma mal supportato, la console Sony è rimasta sprovvista di un vero e proprio titolo del genere brawler, in grado magari di rivaleggiare con il potentissimo e apprezzato Super Smash Bros. di Nintendo. Proprio da questa mancanza nasce l'idea di portare anche su PlayStation 4 Brawlout, ambiziosa produzione targata Angry Mob Games già sbarcata prima su Steam e successivamente anche su Nintendo Switch, che metterà uno contro l'altro una serie di lottatori pronti a darsele di santa ragione in variopinte arene.



I personaggi che si sfideranno possono sostanzialmente essere divisi in due gruppi: da una parte troviamo gli sconosciuti, ossia dei guerrieri creati per l'occasione che vantano, tra le loro fila, una gatta lottatrice che nel tempo libero fa la principessa, un malvagio pinguino che ha stretto alleanza con un tricheco pugile, un istrice sciamano in grado di richiamare le tempeste e molto altro ancora. Il secondo gruppo è invece composto da volti noti; i ragazzi di Angry Mob Games hanno tentato di attirare più giocatori inserendo all'interno del roster una serie di personaggi come ad esempio Juan (il lottatore di Guacamelee!), The Drifter di Hyper Light Drifter e il duo Yooka-Laylee dell'omonimo titolo. Tutti questi guerrieri competeranno tra di loro nelle cosiddette Prove dei campioni, ma solo uno di loro potrà tornare a casa con ricchezza, potere e un misterioso artefatto di cui si parla nella lore.





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Risse animalesche



Il roster di nove personaggi (escluse varianti di costume che modificheranno solo l'aspetto) sarà disponibile fin da subito per affrontare le varie modalità di gioco che vedono la possibilità di sfidare l'intelligenza artificiale, i propri amici a casa ed estranei in rete. Prima però di lanciarsi nella battaglia, è doveroso prendere confidenza con i comandi utilizzando due pratici tutorial che spiegheranno al giocatore come combattere; Brawlout, da questo punto di vista, è decisamente ben realizzato. Il sistema di combattimento è composto da semplici attacchi affidati alle direzioni base (su, giù, destra e sinistra) e alla pressione dei tasti quadrato per le mosse normali e triangolo per quelle speciali.



L'immediatezza dei comandi non deve però trarre in inganno i giocatori più scafati, dato che le varie mosse potranno essere concatenate per dare origine a spettacolari combo, grazie anche alla distinzione che il gioco farà tra mosse eseguite a terra e colpi a mezz'aria. Ad aggiungere poi imprevedibilità e pepe al combattimento ci penserà una barra definita Rage Burst, che si caricherà man mano che il giocatore subirà danni (indicati da una percentuale che aumenterà a ogni colpo) e potrà essere attivata mediante pressione dei tasti dorsali per spezzare una combo dell'avversario e contrattaccare violentemente. Al netto di queste possibilità, comunque, il succo di Brawlout è esattamente quello del ben più blasonato brawler Nintendo, ossia lanciare i propri avversari fuori dal ring e togliere loro vite preziose fino a eliminarli.



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29 novembre 2018 alle 19:00

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