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Onimusha: Warlords – Recensione

Capcom è una delle prime aziende che si è occupata dello sviluppo di videogiochi e nel 1987 il suo nome è divenuto famoso in tutto il mondo grazie alla creazione di due saghe leggendarie che hanno spopolato nei cabinati, Street Fighter e Mega Man. La software house giapponese, con l'avvento della mitica prima PlayStation, ha continuato la sua scia di videogiochi di successo grazie a Resident Evil. Il survival horror a tema zombi, sviluppato nel 1996 da Shinji Mikami, è stato fonte di ispirazione per lo sviluppo di altri due brand: Dino Crisis e Onimusha. Quest'ultimo, pubblicato su PlayStation 2 nel 2001, è una reinterpretazione che presenta elementi tipici del Giappone feudale e che ha goduto di un enorme successo sia tra la critica che tra la community di giocatori.





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Horror e feudalesimo giapponese, accoppiata vincente



Il successo di Onimusha: Warlords, attribuito al gameplay che fonde meccaniche tratte da giochi d'azione, horror e di ruolo, ha portato allo sviluppo di altri tre titoli della serie. Purtroppo, con l'avvento di PlayStation 3 e Xbox 360, Capcom sembra si sia scordata di uno dei suoi titoli di punta; la decisione di non sviluppare un nuovo Onimusha potrebbe attribuirsi a scelte non proprio azzeccate della software house e a titoli che non hanno soddisfatto le previsioni in termini di vendite e introiti. Con l'avvento della nuova generazione, però, sembra essersi smosso qualcosa; Capcom, infatti, ha realizzato una remastered di Onimusha: Warlords, titolo che ha dato vita alla leggenda degli ammazza-demoni. I giocatori di vecchia data accolgono questo ritorno a braccia aperte (o dovremmo dire a portafoglio aperto?), ma le nuove generazioni di videogiocatori, abituati a titoli multiplayer, sapranno apprezzarlo?



Signore della guerra



Onimusha: Warlords è ambientato nel periodo Sengoku giapponese, un'epoca di grande crisi politica che si è protratto per quasi cento anni (1467-1603) e in cui il Paese venne diviso in tanti piccoli feudi. Durante il filmato iniziale faremo la conoscenza di Oda Nobunaga, figura eroica realmente esistita, mentre guida il suo esercito in una feroce battaglia. Durante il combattimento, però, il capo clan viene trafitto da una freccia, lasciando i suoi uomini allo sbaraglio e il suo castello in preda a un'oscura crisi. La principessa Yuki, spaventata e in cerca di aiuto, cerca così di contattare l'unica persona di cui può fidarsi, il temerario samurai Samanosuke Akechi.



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Il giovane si reca alla fortezza di Inabayama per portare soccorso alla sua amata principessa ma, una volta arrivato, si ritrova nel bel mezzo di un'invasione di oni (demoni del folklore giapponese) e assiste a una terribile scena; un'enorme creatura infernale rapisce Yuki. Al termine di una breve battaglia il mostro stordisce Samanosuke che, mentre giace a terra svenuto, incontra gli spiriti anziani, i quali gli fanno un dono; un guanto che gli consente di fronteggiare e sconfiggere gli oni. Parte così l'avventura di un Samanosuke, più agguerrito che mai, in un viaggio che lo porterà in cerca della sua amata principessa e a salvare l'intero Giappone da un'invasione di demoni.



Da dove sono apparse queste terribili creature e perché attaccano proprio la fortezza in cui si dirigeva Samanosuke? Per evitare troppi spoiler vi riveliamo solamente che il signore della guerra, Nobunaga, è tornato in vita dopo aver siglato un patto con le forze del male e i suoi intenti sono tutt'altro che pacifici. Come avrete capito, non stiamo parlando di una trama eclatante; il primo capitolo di Onimusha fa ricorso a espedienti e cliché divenuti ormai banali. Tuttavia la narrazione e la trama di Onimusha: Warlords, nonostante sia passato molto tempo dall'uscita originaria, si mantengono ancora su un buon livello e i diversi colpi di scena presenti stimolano il giocatore a proseguire con la storia. La longevità del titolo, che si assesta sulle cinque ore circa, aiuta, sicuramente, a tenere sempre alto l'interesse degli utenti verso ciò che avviene. Di contro, la scarsa longevità porterà i giocatori a essere quasi dispiaciuti nell'arrivare alla conclusione del gioco a causa del gameplay davvero stimolante.

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8 febbraio 2019 alle 18:20

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