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Dead or Alive 6 – Recensione

Finalmente dopo sette anni, tre edizioni e la bellezza di oltre 1.200 euro in contenuti scaricabili, la vita di Dead or Alive 5 è terminata facendo spazio al suo successore che, al momento, sembra puntare su ben altro che il mero fattore estetico delle prosperose combattenti e riuscendo a confezionare un prodotto degno di nota sotto tutti gli aspetti. Al netto, però, di qualche piccolo difetto, che comunque non inficia pesantemente sul prodotto finale regalando ai giocatori un titolo più che ottimo. Dead or Alive 6 è finalmente disponibile nei negozi, noi lo abbiamo provato e oggi andremo ad analizzare ciò che Team Ninja è riuscito a portare e migliorare in questo nuovo capitolo del torneo che punta molto di più sul fattore eSport rispetto a quello estetico visto negli scorsi anni.





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Il torneo sta per iniziare



Partiamo come di consueto con le varie modalità offline offerte dal titolo, e ci sembra impossibile non iniziare proprio con la corposa Storia. Questa ci offre una visuale completa dagli occhi di tutti i ventisei lottatori presenti nel roster, anche se inizialmente sembra parecchio confusa, dato che non seguirà un percorso ben stabilito e lineare rispetto a quanto visto nei titoli della concorrenza. La difficoltà della modalità Storia risulta inoltre fin troppo bassa e porterà i giocatori a eseguire sempre gli attacchi più basici per mandare KO l'avversario senza troppe difficoltà, dato che ci ritroveremo a competere in scontri di un solo round per match. Altra pecca, per quanto riguarda la trama, è il doppiaggio in inglese; è infatti consigliabile passare fin da subito a quello giapponese che mostra un'enfasi più accentuata sulle assurdità presenti in gioco.



L'offerta single player non si ferma certo alla trama principale ma porta in gioco tutto ciò che un giocatore si aspetta da un picchiaduro, e dopo le classiche e immancabili modalità versus, allenamento, arcade e multiplayer online, troviamo il ritorno delle missioni DOA. Anche qui purtroppo la difficoltà non è delle più soddisfacenti e, nonostante le centoquattro missioni disponibili (sbloccabili di volta in volta accumulando stelle), non ci troviamo di fronte a una modalità che può fare da tutorial per i neofiti della serie. Quella che invece può attrarre gli smanettoni è senza dubbio la modalità Sfida che, come facilmente intuibile, ci mette di fronte a ben venti sfide combo, di difficoltà crescente, per ogni personaggio, per un totale di 520 combo totali. Non siamo certo dinnanzi a sfide della facilità disarmante, rispetto a quanto visto in Dragon Ball FighterZ, ad esempio, dove per completare le dieci sfide di Ginyu ci si impiegava circa quaranta secondi totali, ma allo stesso tempo non abbiamo nemmeno la difficoltà riscontrata in Street Fighter 4 causata da cancel o 1-frame link.



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Ed è proprio dalle sfide che andremo ad analizzare quello che è il punto focale del titolo: il gameplay. Come dicevamo in precedenza, la sessualizzazione dei personaggi è stata molto limitata, anche se non mancano costumi succinti da sbloccare ma, per la prima volta nella saga, possiamo ammirare Kasumi vestita con un'aderente tuta da combattimento che non mostra nemmeno un centimetro di pelle, mostrando fin da subito la volontà di cambiare spirito e puntare a ben altro. Ve lo diciamo subito e senza troppi fronzoli: a oggi, Dead or Alive 6 sembra essere il picchiaduro più tecnico che potete trovare su questa generazione di console con una varietà di combo immensa e un moveset unico per ogni singolo lottatore. Il gameplay di base rispecchia quanto già visto e rodato in Dead or Alive 5, portando quindi un gioco preciso e ragionato e mantenendo ancora una volta lo stile da morra cinese, dove i colpi battono le proiezioni, le proiezioni battono le prese e, infine, le prese battono i colpi. Troviamo l'aggiunta di una seconda barra, oltre a quella dell'energia, chiamata Indicatore di devastazione, la quale si riempirà colpendo gli avversari o schivando attacchi in modo adeguato, portando così i giocatori a effettuare le cosiddette combo Devastazione, potentissimi e spettacolari attacchi che ribalteranno le sorti di ogni incontro.



L'indicatore Devastazione è senza dubbio il fiore all'occhiello di questo nuovo capitolo e porta in gioco una formula del tutto nuova e attacchi speciali unici che, se sfruttati a dovere, possono lasciare l'avversario completamente stordito e in balia degli eventi, riuscendo così a concatenare combo dall'alto tasso distruttivo. Chiaramente non tutto è rivolto all'attacco e, nonostante lo stordimento, l'avversario può ribaltare la situazione pagando una piccola quantità di Devastazione, riuscendo a liberarsi dallo stordimento e a contrattaccare adeguatamente.

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24 marzo 2019 alle 16:10

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