Dragon's Dogma: Dark Arisen - recensione
In attesa dell'arrivo di qualche "pezzo grosso" inedito, Switch sta vivendo un intenso periodo di uscite provenienti dal passato. Dopo Final Fantasy X/X-2 HD Remaster e Final Fantasy VII ecco giungere dai lidi Capcom l'intenso e apprezzatissimo Dragon's Dogma: Dark Arisen, che dopo aver effettuato il salto generazionale sulle piattaforme Sony e Microsoft arriva ora sulla console ibrida di casa Nintendo. C'è la possibilità che non ne abbiate mai sentito parlare, è ancora più facile che il titolo non vi sia nuovo ma che a suo tempo abbiate "schivato" l'uscita perché troppo impegnati a giocare qualcos'altro. Era un peccato allora e lo sarebbe ancora oggi, questo è il momento giusto per dare il giusto credito ad uno dei giochi più sottovalutati di sempre.
In questa avventura indosserete i panni di un Arisen ovvero un essere umano sopravvissuto all'incontro con un drago al quale ha ceduto il suo cuore. Il romanticismo in questo caso però non c'entra nulla, l'incipit del gioco serve più che altro a far capire la particolare natura del protagonista e dei suoi poteri. Sarete voi a decidere l'aspetto del vostro Arisen nell'editor iniziale, nel quale potrete optare per una via veloce (e casuale) che vi permetterà di entrare subito in azione o per qualcosa di più personalizzato e specifico. Si tratta principalmente di modifiche estetiche in quanto i poteri, le attitudini e l'equipaggiamento del vostro alter-ego verranno plasmati in base alle vostre scelte nel corso dell'avventura.
Un vasto open-world vi attende, ricco di opportunità ma anche di inenarrabili pericoli. Occhio perché fin dall'inizio potrete muovervi liberamente, il che significa che dando ascolto unicamente alla vostra curiosità potreste imbattervi in nemici ben al di sopra delle vostre possibilità e di conseguenza andrete incontro a morte certa. Il combat system si piegherà al vostro volere: preferite giocare di cappa e spada o siete più a vostro agio con gli incantesimi? Le possibilità sono molteplici, ma non dovrete fare i conti solo con voi stessi.
