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Fade to Silence – Recensione

Alla loro essenza, i videogames sono sostanzialmente un sofisticato mezzo time killing, un po' racconto, un po' impegno fisico e meccanico, un po' evasione filosofico-digitale. Ma, di questi tre sostegni concettuali fondanti, negli ultimi tempi il numero di elettro ludi che si dedicano anima e corpo alla difficoltà meccanica, sono cresciuti esponenzialmente. Ed è un po' questo il senso di Fade to Silence, produzione pensata e fatta di THQ Nordic, che fa della complessità il suo animo freddo e pungente.



Un gioco che sin dalle battute iniziali, cercherà di creare in noi una sorta di oppressivo e irreversibile senso di fine e annientamento, di ineluttabilità del fallimento al quale noi dovremo opporci con ogni mezzo.



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Fade to Silence è un gioco d'azione con elementi di sopravvivenza e ruolistici, impostato su di un livello di difficoltà molto elevato. All'inizio, il gioco ci farà scegliere fra una modalità “esplorazione”, adatta a chi vuol gustare l'intreccio narrativo e quindi priva di difficoltà, oppure una modalità denominata “sopravvivenza”, la quale avrà un livello di difficoltà molto più elevato, con nemici più coriacei, scorte più scarse e morte permanente. Com'è logico attendersi, la vera anima del gioco sarà ovviamente la seconda modalità, improntata su di un ambiente ostile, risorse scarse e una continua e sempre complicata lotta per la propria sopravvivenza.



La difficoltà di gioco è intuibile sin dalle primissime battute: saremo accolti, dopo esser morti, da un cupo esser spirituale che ci darà il benvenuto sottolineando come il nostro agire sarà inutile, perché siamo destinati alla morte. Premesse narrative confortanti a parte, Fade to Silence ci introdurrà nel suo duro mondo di gioco con un tutorial piuttosto basico, con brevi accenni alle meccaniche base e lasciando a noi l'ingrato compito di scoprire (morendo) cosa fare e cosa non fare. Ad accoglierci, una oscura entità incorporea che sembra utilizzare le nostre membra cadute come mero passatempo e sfoggio di potere. A ostacolarci, un nutrito cumulo di orribili presenze, emanazione terribile di un male oscuro che ha consumato nel profondo l'intero mondo di gioco, condannato a una fine irreversibile e ormai spoglio e abbandonato.



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Da un punto di vista di mero gameplay, Fade to Silence ci richiederà sostanzialmente quello che ci richiedono un po' tutti i giochi di questo genere, ovvero sopravvivere. Alle intemperie, al freddo che ci coglierà sotto forma di tempeste di neve, alla fame e alle orribili creature che popolano il candido e decadente mondo di gioco. Il nostro protagonista sarà infatti costretto a esplorare una sorta di tundra post-apocalittica popolata di orrori di vario tipo, alla ricerca dei materiali essenziali necessari alla nostra sopravvivenza, sfruttando anche un particolare potere del nostro personaggio che illuminerà gli oggetti utili, ma anche con lo scopo di purificare la terra dal male che la attanaglia, distruggendo enormi cristalli che sembrano fungere da ripetitore dell'endemia corruttiva.



Una volta riempito l'inventario, dovremo far ritorno al nostro accampamento, cercando di evitare la morsa del gelo e il pericolo che si annida nella coltre innevata che tenterà di banchettare con le nostre carni infreddolite a ogni nostro incauto passo.




Il combattimento, oltre che meccanicamente “pesante” e per certi versi concettualmente simile a un classico soulslike con la presenza di colpi e movimenti che avranno un costo specifico in termini di stamina, sarà anche difficile da supportare a livello di oggetti: esplorare non sarà semplice e, nonostante una mappa di gioco non particolarmente vasta, le lande desolate che visiteremo non saranno esattamente generose di ingredienti né particolarmente sicure.



Ecco che, Fade to Silence, ci porrà un interrogativo: meglio scappare e risparmiare risorse, oppure abbattere i nemici al costo di sprecare importanti ingredienti per continuare a esplorare? Un'altra piacevole aggiunta, oltre a un intuitivo crafting e al combattimento, sarà costituito dalla possibilità di espandere e arricchire il nostro campo in modo da poter, tra le altre cose, accogliere nuovi sopravvissuti nella propria tribù e sbloccare nuove abilità connesse al proprio personaggio.



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La gestione dei sopravvissuti, i quali saranno fondamentali per lo sblocco di importanti upgrade, dovrà esser oculatamente valutata poiché lasciarli perire significherebbe perire a nostra volta. Qual è la ciliegina sulla torta? La morte permanente, ovviamente: in Fade to Silence, il nostro personaggio avrà sei tentativi prima di perire definitivamente e perdere tutto ciò che è stato fatto, eccezion fatta per gli upgrade del personaggio. Parlando proprio di questi, il titolo THQ Nordic metterà sul piatto un meccanismo un po' particolare a gestire il tutto: non ci sarà nel gioco un classico sistema basato sull'esperienza, ma dovremo esplorare e raccogliere dei particolari cristalli i quali contribuiranno all'aumento delle statistiche del personaggio. Questo sistema, per quanto stimoli ancora di più all'esplorazione, potrebbe rivelarsi particolarmente punitivo nel caso, dopo aver esplorato parecchio e costruito tanto, si muoia senza esser riusciti quantomeno a upgradare il proprio alter ego.



Graficamente parlando, Fade to Silence è un banco di prova più che buono per THQ Nordic. Pur non facendo gridare al miracolo per quanto concerne la qualità generale del dettaglio e degli effetti, che mostrerà un po' il fianco nelle cutscene e quando la telecamera sarà piuttosto vicina a modelli e ambienti, il lavoro profuso si attesterà su di un buon livello qualitativo, considerato anche il prezzo di lancio ben lontano dagli standard dei tripla A. Anche la direzione artistica globale, dalla gelida oppressione monocromatica degli ambienti ai continui sibili nefasti della manifestazione incorporea che ci accompagnerà, sarà di ottimo livello e di pregevole qualità, consentendoci una buona immersione nel mondo di gioco.



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Tecnicamente, Fade to Silence si attesta su di un discreto livello generale, offrendo una fluidità di gioco bloccata ma sostanzialmente solida, unitamente a una quasi totale assenza di bug di un certo rilievo, eccezion fatta per qualche compenetrazione poligonale e qualche sporadico pop up di texture.



Un accenno va fatto anche alle animazioni, alcune convincenti (come la schivata con capriola o la combo base d'attacco) alcune un po' forzose e legnose (come il salto). Per quanto concerne il comparto sonoro, esso sarà costituito da un discreto doppiaggio vocale e una tracklist composta da tracce non particolarmente originali ma che ben si sposano con l'atmosfera desolante e gelida del gioco.



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Fade to Silence è un ottimo prodotto, impegnativo e che mescola elementi tipici dei giochi d'azione, dei ruolistici e del filone survival. A un generale buon lavoro di direzione artistica e di sceneggiatura, si collega però un comparto tecnico intermedio in cui convivono elementi positivi e negativi. Consigliato a chi cerca un titolo che offra un buon livello di sfida e di pianificazione.



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29 aprile 2019 alle 16:10