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Close to the Sun - recensione

È finalmente arrivato il momento di parlare di un progetto tutto italiano che sin dalla sua prima presentazione è stato accostato a una IP cult di assoluta qualità, nata dalla mente di Ken Levine e Irrational Games.



Quella del "BioShock italiano" è un'etichetta indubbiamente scomoda da gestire e, come spesso accade di fronte alle etichette, è almeno in parte troppo semplicistica. Close to the Sun, è l'ultima opera di Storm in a Teacup, uno studio nato a Roma nel 2013 che è alla ricerca della consacrazione definitiva e che sicuramente deve dimostrare ancora molto.



Nonostante i molti difetti N.E.R.O. aveva lasciato intravedere un certo potenziale nella creazione di mondi di gioco peculiari e di atmosfere affascinanti, e una certa tendenza a puntare con decisione sulla narrazione. Enki si è rivelato un palese buco nell'acqua mentre Lantern, per quanto difficile da inquadrare, aveva effettivamente dimostrato una certa crescita del team romano. Close to the Sun è in questo senso l'opera più ambiziosa di Storm in a Teacup ma le etichette, per quanto ottime, non bastano di certo.



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6 maggio 2019 alle 12:10

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