Resident Evil - recensione
Quando il remake di Resident Evil per GameCube venne annunciato nel 2002, il rumore delle mascelle che cadevano in terra fu quasi assordante. Tant'è che le prime immagini vennero bollate come "finte" o appartenenti "ai filmati CG".
Quando il primo trailer atterrò su web i ticchettii si trasformarono in ululati. Il miglior survival horror di sempre, trasformato nel gioco esteticamente più bello che si fosse mai visto su una console. Non c'era gara e per molto tempo non c'è stata. Tutto il resto invece è storia più o meno recedente: la saga ha passato dei brutti momenti ma sembra ormai aver imboccato la strada giusta, tra sequel di indubbio valore e ottimi ritorni tirati a lucido.
Parlare ancora una volta del capostipite di una saga così iconica non è facile. Diamo per scontato che ormai conosciate a menadito le storie personali di Jill Valentine, Chris Redfield, Barry Burton, Albert Wesker e via dicendo. Sicuramente, se dovessimo nominarvi la Umbrella Corporation sareste in grado di ricostruire l'intero organigramma della famigerata multinazionale farmaceutica.
