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The Gardens Between – Recensione

Fin dall'antichità l'essere umano è stato affascinato dal tempo. Filosofi ci hanno dedicato interi studi, mentre registi e scrittori hanno dato vita a innumerevoli film e libri in cui proprio il tempo è il protagonista. I videogiochi, ovviamente, non potevano essere da meno, ma i ragazzi di The Voxel Agents hanno provato a dar vita a qualcosa di decisamente particolare.



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Tutto scorre



Il più fulgido e memorabile esempio di gioco dedicato al tempo è sicuramente Braid. Il puzzle game prodotto da Jonathan Blow vanta una media voti spaventosamente alta, segno che quest'opera è universalmente riconosciuta come un capolavoro. A distanza di undici anni dall'uscita di questo titolo, The Gardens Between tenta nuovamente di creare un gioco in cui il tempo è l'elemento chiave per risolvere i rompicapo ideati da The Voxel Agents, puntando al contempo su una storia semplice – a tratti addirittura minimalista – ma in grado di trasmettere tantissime emozioni. Due grandi amici, Arina e Frendt, sono i protagonisti di un'avventura che li porterà a spostarsi su una serie di onirici isolotti-giardino arricchiti da tutta una serie di elementi della loro giovane vita: una vecchia console, un videoregistratore, il divano con una ciotola di pop corn e tanto altro.



Lo scopo del nostro viaggio sarà quello di rivivere alcuni dei momenti più significativi e intensi del passato dei due giovani, momenti indelebili nelle loro menti che non potranno più essere vissuti ma nemmeno dimenticati, mostrati come fossero fotografie di ciò che è stato. La tematica dei ricordi è un elemento della trama che affiora prepotentemente fin dalle prime fasi di gioco, nonostante la totale assenza di qualsivoglia dialogo o testo a schermo. Tutto è talmente ben riprodotto e illustrato da non aver bisogno di parole per essere spiegato.



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Riavvolgere il nastro



L'assenza voluta di testi a schermo si ripercuote anche sul gameplay. Al netto di un paio di spiegazioni all'inizio dell'avventura, non avremo nessun indicatore ad aiutarci a proseguire in una storia in cui l'abilità del giocatore dovrà essere principalmente mentale. La meccanica alla base di The Gardens Between è quella dello scorrimento e del riavvolgimento del tempo. Il giocatore non avrà mai il controllo diretto dei due protagonisti, ma potrà solo far proseguire o tornare indietro il tempo, generando determinati effetti, e solo saltuariamente interagire con una serie di oggetti.



L'opera di The Voxel Agents è un puzzle game, dunque non stupisce che non sia richiesta una particolare abilità manuale per portare a termine i vari isolotti – ossia i livelli di gioco – ma piuttosto una buona capacità mentale per capire come interagire con l'ambiente circostante. L'obiettivo principale sarà completare il percorso attorno all'isola portando fino alla vetta una fiamma all'interno di una lanterna trasportata da Arina, sfruttando Frendt per interagire con gli elementi di gioco. Questa seconda possibilità sarà fondamentale sia per sbloccare nuovi percorsi, sia per bloccare eventuali agenti dannosi che risucchieranno la nostra fiamma impedendoci di completare il livello. Tutto è comunque intuitivo, tanto che dopo pochi minuti agiremo senza far caso ai comandi e cercando solo di trovare la soluzione.



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27 novembre 2019 alle 17:10

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