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Giochi del decennio: The Elder Scrolls V: Skyrim e la sua incredibile magia - articolo

Il viaggio nei meandri della terra passa attraverso orde di Draurgr assetati di sangue, riemersi dai tumuli per impedirci di portare in salvo qualche antico manufatto Nord. Un labirinto di caverne, rovine, testimonianze della Prima Era, grandi saloni sorvegliati da entità antiche e pericolose, quasi a ricordare le Miniere di Moria del Signore degli Anelli. Grotte umide che custodiscono stralci della cultura dei draghi, l'eredità dei Dwemer, le grida disperate degli esploratori caduti. Poi, finalmente, si torna all'aria aperta per riempire i polmoni d'ossigeno.



Una canzone dalle tinte norrene accoglie il Sangue di Drago, e lo spettacolo che gli si para davanti ha dell'incredibile: la nebbia, trafitta dalle prime luci dell'alba, nasconde vallate immense, vette irraggiungibili, antiche fortezze arroccate sui colli e strette nell'abbraccio dei torrenti scroscianti. Sembra quasi di poter toccare la corteccia delle conifere, di percepire il peso degli stivali mentre affondano nella neve fresca, di sentire la gelida brezza del nord che accarezza le braccia scoperte.



Il mondo di Skyrim è avvolto da un rarissimo incantesimo, una magia senza tempo che dona la vita a ciascun anfratto della regione. Il cinguettio degli uccelli, le nubi che si spostano minacciose, un cervo che spunta in mezzo alle fronde prima di scappare circospetto. Chiunque abbia percorso quei sentieri, presto o tardi, si è ritrovato catturato dal mondo virtuale, al punto da arrivare a chiamarlo casa.



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1 dicembre 2019 alle 10:10

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