Mulaka – Recensione
Dal Messico per raccontare il Messico, Lienzo, sviluppatore di Mulaka, ha voluto trattare per la prima volta in un videogioco la storia dei tarahumara, una popolazione indigena stanziata nella Sierra Madre del Messico settentrionale. I tarahumara, ancora oggi in vita, rappresentano una delle culture messicane più antiche sfuggite all'invasione spagnola, che invece ha portato nella cultura di massa le tradizioni più moderne. In un mondo pittoresco con uno stile grafico davvero originale, Lienzo ha costruito la storia di Mulaka su un gameplay ispirato a tantissime opere ben più conosciute.
Il Sole e la Luna ci hanno dato la vita
Secondo la mitologia, i figli delle stelle sono arrivati sulla terra grazie al Sole e alla Luna e grazie alla loro danza hanno risvegliato la Terra, facendo espandere e crescere tutto quello che c'era. Con il tempo conflitto e odio hanno letteralmente travolto il paradiso creato da padre Sole e madre Luna, portando il mondo sempre più vicino alla fine. L'ultima speranza di salvare la Terra è nelle mani di un Sukurùame di nome Mulaka. I Sukurùame del popolo tarahumara sono, più nello specifico, degli sciamani capaci di collegarsi con il mondo spirituale e aventi grandissime capacità fisiche nel mondo terreno. La missione di Mulaka sarà quella di attingere dai poteri dei semidei e sconfiggere le numerose creature astratte provenienti direttamente dalla mitologia di questo popolo, fino a sconfiggere Teregori.
Dopo il video introduttivo, la trama di Mulaka viene trasportata attraverso scenari coloratissimi e raccontata dettaglio dopo dettaglio dai personaggi non giocanti che incontrerete, purtroppo poco incisivi, in un titolo che racchiude in sé stesso diversi riferimenti “spirituali” a brand ben più noti come The Legend of Zelda e God of War.

This is not Zel… that game
Dopo aver scoperto chi siamo e qual è il nostro compito, ci
immergiamo rapidamente in una fase introduttiva, volta a illustrare le
meccaniche di base che riguardano principalmente il combattimento; il nostro personaggio, armato soltanto di una lancia, potrà contare su attacco leggero, attacco pesante e salto, più altre piccole meccaniche come la schivata o l'utilizzo di alcuni oggetti.
Le creature nemiche risultano davvero ben fatte, con pattern di attacco unici per ognuna di esse; ogni volta che si incontra un nuovo mostro è possibile consultare un bestiario che raccoglie vita, morte e miracoli del nemico, compresi i punti deboli da poter sfruttare. Questa grande varietà di antagonisti rende il sistema di combattimento vivace nonostante la poca varietà di mosse, la quasi totale assenza di combo e l'imprecisione degli attacchi, dovuta alla mancanza dell'agganciamento automatico o manuale dei nemici. Quello che può risultare ripetitivo invece è il sistema di progressione in ogni scenario, fondamentalmente basato sulla ricerca di tre pietre magiche che una volta riunite aprono una porta gigante dietro alla quale si nasconde il boss di turno.
