Fortnite non è più solo un videogioco - editoriale
Se Fortnite non ci fosse, probabilmente bisognerebbe inventarlo. Perché nessun altro battle royale, nemmeno il popolare PlayerUnknown's Battlegrounds, ha saputo diventare una piattaforma pubblicitaria quanto il gioco di Epic Games. Anzi, nessun altro gioco ne è stato capace, nemmeno capisaldi come World of Warcraft.
L'ultimo caso in ordine temporale è Birds of Prey, pellicola di Warner Bros: la skin e gli oggetti della protagonista Harley Quinn non hanno tardato ad arrivare. In questo modo, il produttore riesce a far parlare di sé, a impacchettare il suo prodotto attraverso un linguaggio facile da capire: quello di Fortnite, delle sue skin e dei suoi balletti. In ogni caso, Birds of Prey è soltanto l'ultimo in ordine cronologico.
Basta guardare al 2019 per vederne tanti esempi. Uno dei più rappresentativi è stato il crossover che ha anticipato il debutto nelle sale cinematografiche di Star Wars: L'ascesa di Skywalker. Per un fine settimana, nei cieli dell'isola di Fortnite hanno sfrecciato X-Wing; le spade laser hanno trasformato i giocatori in aspiranti Jedi. Poi, la ciliegina sulla torta: nel cinema virtuale dell'isola, l'alter ego digitale di J.J. Abrams, regista della pellicola, ha annunciato un nuovo filmato, che è stato trasmesso subito dopo. In quel momento, la natura videoludica di Fortnite ha cambiato pelle, diventando una vetrina commerciale. Non una qualsiasi vetrina, bensì una capace di parlare a una generazione che tanto piace alle società: la Generazione Z.
