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Metro Redux (Switch) - recensione

Per chi avesse vissuto gli ultimi 10 anni nei cunicoli di una qualsiasi metropolitana, è opportuno fare un piccolo riepilogo sulla serie Metro, che a questo punto è ufficialmente abbracciata a due generazioni (e mezza) di console.



Sia Metro 2033 che Metro: Last Light sono tratti dai romanzi dello scrittore russo Dmitrij Gluchovskij, e ad essi è seguito in tempi più recenti un terzo gioco intitolato Metro Exodus. La trilogia può vantare una media voto piuttosto alta ma le vendite sono state probabilmente inferiori alle aspettative, motivo per cui far uscire i primi due capitoli anche su Switch potrebbe essere una buona idea per ampliare il bacino d'utenza.



Siamo in presenza di due FPS/survival contraddistinti da storie affascinanti, atmosfere uniche e un bel po' di mordente. Last Light è un po' più orientato verso l'azione mentre 2033 richiede un approccio più cauto, a causa anche di una maggiore penuria di risorse. La presenza di varie modalità di gioco li rende tuttavia adatti sia ai neofiti del genere, sia a coloro che stanno cercando un grado di sfida superiore. A questi ultimi consigliamo la modalità Ranger, che oltre ad eliminare l'HUD aumenta considerevolmente i danni inflitti dai nemici e rende ancora più rari i proiettili, i ricambi per la maschera antigas e tutto il resto.



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12 marzo 2020 alle 10:40