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The Last of Us 2: parte il boicottaggio a causa della questione crunch

Di recente il famoso giornalista di Kotaku Jason Schreier ha pubblicato un articolo riguardo Naughty Dog è presunte difficili condizioni lavorative a cui vengono sottoposti i dipendenti dello studio.



A differenza di altre accuse simili (lo studio non è nuovo a questo tipo di vicende), stavolta la cosa sarebbe stata confermata da un ex sviluppatore e per questo motivo ha scatenato una grande polemica in rete. Infatti alcuni utenti di ResetEra hanno lanciato la campagna #CrunchNoMore, volta a dare una mano agli sviluppatori ostaggio di tali politiche lavorative. Il gruppo invita tutti i giocatori a non comprare The Last of Us Part 2, in segno di protesta.



Solo il tempo potrà dirci se tale iniziativa avrà successo o se passerà inosservata come molte altre iniziative del genere.



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13 marzo 2020 alle 19:51