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The Division 2: Warlords of New York - recensione

Parlare di The Division, in questo clima di allarme pandemico, fa un certo effetto. Difficilmente troviamo titoli con temi trattati cosi vicini alla nostra vita quotidiana. Non siamo di fronte a battaglie contro alieni nello spazio e nemmeno in un mondo stile Mad Max: The Division è ambientato sul pianeta Terra, nelle nostre città ed è terrificante costatare quanto sia vicino alla realtà.



Viviamo una crisi planetaria che non lascia spazio alla compassione e all'aiuto reciproco, dove la sopravvivenza del più forte è l'unica legge. Un contorto darwinismo che spaventa.
Ed è per tale ragione che questo gioco, così brutalmente realistico nei temi trattati, rimane un assoluto caposaldo nel genere dei "what if".



Il nostro protagonista non è un super eroe, non ha poteri speciali o incantesimi: è umano. Certo, è altamente addestrato all'uso di ogni tipo d'arma e dotato di gadget high-tech, ma è pur sempre umano. I proiettili alla testa lo uccidono come chiunque altro e fallire è sempre una possibilità più reale di quanto si possa immaginare.



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17 marzo 2020 alle 10:40

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