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Assassin's Creed, le missioni secondarie non sarebbero esistite se non fosse stato per il figlio del CEO di Ubisoft

Assassin's Creed è una serie che porta 13 anni sulle sue spalle, e come tutti i grandi giochi che si rispettino le missioni secondarie, oltre alla storia principale, sono qualcosa che non possono mancare. Tuttavia, lo sapevate che il primo capitolo della serie inizialmente non ne aveva nemmeno una? E soprattutto, perchè la scelta dello studio francese è cambiata?



A spiegarlo è stato Charles Randall, uno sviluppatore del gioco, più precisamente il senior gameplay programmer, presso Ubisoft, in una serie di recenti tweet. Randall ha spiegato che Assassin's Creed, nel 2007, era pronto a debuttare sul mercato senza alcun tipo di altre sfide ad eccezione della storia, e che fu un'opinione da parte di un'importante persona a stravolgere completamente i piani.



A praticamente costringere il team di sviluppo ad introdurre le missioni secondarie in Assassin's Creed è stato il figlio di Yves Guillemot, l'attuale CEO di Ubisoft. Il ragazzo, infatti, dopo aver completato la storia principale disse di aver trovato il titolo noioso a causa della mancanza di altre cose da fare.



A poco tempo dal lancio, dunque, un piccolo gruppo composto da quattro o cinque persone ha dovuto fare del loro meglio per aggiungere nel gioco queste attività non importanti: questo processo, fortunatamente, si è concluso al meglio e ha contribuito a rendere la serie di Assassin's Creed grande proprio come la conosciamo oggi.



Cosa ne pensate di questo avvenimento? Secondo voi, come sarebbe stato Assassin's Creed senza missioni secondarie?



so we're all ready to ship the game, first submission goes pretty well, and then

The News

The CEO's kid played the game and said it was boring and there was nothing to do in the game

— Charles Randall (@charlesrandall) May 23, 2020

Fonte: Twitter | Via: Push Square

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23 maggio 2020 alle 14:20

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