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The Last of Us Parte II - recensione

Discutere produzioni tanto attese non è mai semplice: si tratta di lavori assai sfaccettati, pieni di elementi da analizzare e, qualunque cosa si dica, si oscilla sempre fra il dubbio di aver detto troppo o troppo poco.



The Last of Us Parte II ne è un perfetto esempio. Il suo periodo di produzione non è stato dei più rosei, con Naughty Dog costantemente sotto una sassaiola d'accuse più o meno credibili riguardanti condizioni e clima di lavoro, che hanno indisposto una determinata fascia di pubblico al punto da farla persino gioire quando il gioco (e, di conseguenza, la software house e la stessa Sony) è stato vittima di un massiccio leak d'informazioni e video di gameplay.



A tal proposito si è recentemente espresso il director, Neil Druckmann, dichiarandosi disgustato dall'accaduto e asserendo che buona parte delle informazioni sulla trama siano state travisate o del tutto errate. Ovviamente l'autore si è astenuto dal fare precisazioni, proprio per non far trapelare ulteriori informazioni e noi, dopo aver completato il gioco per ben due volte prima di scrivere questa recensione, non possiamo che sottoscrivere quanto da lui detto.



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12 giugno 2020 alle 09:10