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'The Last of Us: Parte II è Schindler's List in un medium in cui tutto è John Wick'. Poi è un vespaio tra Schreier,

I social network sono quel "fantastico" universo in cui chiunque può trasformarsi in un bulletto, supporre malafede attraverso battutine neanche troppo velate e generare vespai fraintendendo opinioni e cercando la facile strada di una indignazione che si basa sul nulla. Questa volta tutto questo ha coinvolto personalità legate all'industria videoludica piuttosto importanti tra il noto giornalista Jason Schreier, il director di The Last of Us: Parte II e vicepresidente di Naughty Dog, Neil Druckmann, e il director di God of War, Cory Barlog.



Tutto nasce da una serie di tweet di Jeff Cannata, un presentatore e appassionati di videogiochi che ha un buon seguito sui social e che ha deciso di esprimere la propria opinione sul gioco del momento, The Last of Us: Parte II (per tutti i dettagli sul gioco non perdete la nostra recensione). Per farlo si affida a una serie di cinque tweet che vale la pena leggere interamente. Quello che ha generato il vespaio di cui sopra, è il secondo, un tweet che "scomoda" un capolavoro del cinema che tratta una tematica estremamente delicata come l'Olocausto.



"In un medium in cui tutto è John Wick, The Last of Us: Parte II è Schindler's List. E proprio come quel film ci sono stati momenti in cui non ero certo di essere in grado di continuare. È un'aggressione emotiva implacabile che sospetto spingerà anche i giocatori più impassibili e insensibili a provare dell'empatia".



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15 giugno 2020 alle 11:30