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Langrisser I & II – Recensione

Se c'è una saga che più di tutte ha provato a sfidare l'egemonia di Fire Emblem negli anni Novanta, quella è Langrisser, gioco di ruolo tattico sviluppato da CareerSoft. Tuttavia, nonostante il particolarissimo character design stile manga e il gameplay curatissimo, escluso il primo capitolo rinominato Warsong negli Stati Uniti, Langrisser non è mai riuscito a sconfinare dal territorio giapponese, restando in penombra e divenendo una saga sconosciuta ai più. Con il successo della recente versione mobile, però, NIS America ha voluto riproporre su console di attuale generazione i primi due episodi, usciti rispettivamente nel 1991 e nel 1994 su Sega Mega Drive. Riusciranno a quasi trent'anni di distanza dalla loro pubblicazione a dire la loro in un panorama videoludico oramai così vasto?



Le leggende vivono per sempre



Anni or sono, una guerra insensata devastò il continente di El Sallia. Una leggenda narrava che un'antica lama dal potere ineguagliabile consentisse di conquistare intere nazioni semplicemente sguainandola. Coloro che desideravano un tale potere sconfinato si riversarono sul campo di battaglia, in un incessante spargimento di sangue per rivendicare la spada: Langrisser. Giurando di proteggere la mitica arma da coloro che volevano abusarne, la famiglia reale di Baldea nascose Langrisser nelle profondità del castello imperiale, difendendosi dal violento assalto dei rivoltosi. Con la pace finalmente ristabilita, i secoli passarono e Langrisser diventò nient'altro che un'antica leggenda… Fino a quando Kaiser Digos, malvagio sovrano dell'impero di Dalsis, invase Baldea con l'intenzione di rivendicarla. Con il castello ormai sotto assedio, il re esortò suo figlio, il principe Ledin, a cercare rinforzi. Accompagnato dal cavaliere veterano Volkoff, Ledin raggiunse il ducato di Salrath, dove venne a sapere della morte del padre. Intenzionato a vendicarsi e a mantenere la promessa fatta dalla sua famiglia, il giovane reale intraprenderà un lungo viaggio che lo porterà a circondarsi di validi alleati, pronti a contribuire alla causa.



Dalla Guerra della Sacra Spada sono passati ormai duecento anni e il regno di Baldea è svanito nell'oscurità, insieme alla leggenda di Langrisser. Tuttavia, il continente è ancora sconvolto dalla guerra; Kaiser Bernhardt, sovrano dell'impero di Rayguard, cerca di estendere la sua influenza usando tutti i mezzi necessari. Mentre il regno di Kalxath si oppone all'annessione, uno spadaccino di nome Elwin, in compagnia del mago apprendista Hein, viaggia errante per le città del reame. Arrivati nella città natale di Hein, i due si imbattono in Liana, amica d'infanzia del mago, nonché Sacerdotessa della Luce, circondata dai cavalieri dell'impero di Rayguard. Senza alcuna paura, Elwin interviene, mettendo in moto una nuova battaglia tra luce e oscurità che lo porterà a svelare diversi misteri.



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Nonostante la trama dei due titoli non sia particolarmente profonda e senta il peso degli anni, la narrazione scorre piacevole, intervallata dai cliché tipici del fantasy medioevale e influenzata dalle scelte intraprese fuori e dentro le battaglie. Ci sono otto percorsi in Langrisser I e tredici in Langrisser II, ognuno dei quali permette di unirsi a diverse fazioni o di allearsi con vari personaggi. Sfruttando l'utilissimo albero della storia presente nel menù, i giocatori possono ripetere i vari capitoli, osservando così le diverse ramificazioni della trama. Tuttavia, bisogna utilizzare questa funzione in maniera precisa e attenta, dato che tornando indietro a uno scenario già completato, poi non è più possibile saltare avanti. Ad esempio, se ci troviamo al capitolo quattordici e torniamo al capitolo dieci, l'unico modo per tornare al quattordici sarà quello di avanzare in maniera lineare. Dunque, per osservare tutte le varie vie in cui si snoda la narrazione, è bene sfruttare i diversi slot di salvataggio presenti.



Un gameplay arrugginito (?)



A livello di gameplay, entrambi i titoli si presentano come il più classico dei GdR tattici a turni. Come nel gioco degli scacchi, le battaglie si svolgono su una mappa con uno schema a griglia in cui il giocatore dispone dei propri eroi fino alla fine del turno, per poi lasciare spazio alle mosse avversarie. Ogni personaggio ha un diverso range di movimento, debolezze e punti a favore, per cui comporre un buon party è essenziale per non riscontrare problemi durante i combattimenti. Ad esempio, un eroe a cavallo si sposta più rapidamente nello scenario, ma soffre i colpi dei nemici armati di lancia. Di conseguenza, è opportuno affiancargli uno spadaccino che lo difenda dai colpi bassi e un mago che lo protegga dagli avversari volanti. Ulteriore profondità tattica è data dalla composizione del terreno. Posizionando i soldati in punti strategici, come ad esempio nei pressi di un albero o di una montagna, essi godranno di benefici, come una migliore difesa, oppure di malus se posizionati in luoghi svantaggiosi, ad esempio in acqua.



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17 giugno 2020 alle 17:10

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