Snakeybus – Recensione
Cosa succede quando si prende un famoso videogioco del passato e si tenta di modernizzarlo? A volte si punta sulla seriosità e sull'utilizzo di moderne tecnologie per renderlo adatto al pubblico attuale, come Twin Breaker, recentemente analizzato dal nostro Andrea, altre invece sulla sana follia, come nel caso di Stovetop e di Snakeybus.
Perché il serpente si morde la coda?
Il 2000, come ricorderà chi era già nato e magari era in età adolescenziale, fu l'anno del mitico Nokia 3310. Questo telefono leggendario non vantava tutte le funzioni dei moderni smartphone oggi in commercio, ma passò alla storia grazie a una resistenza agli urti incredibile, alle famose cover intercambiabili e ai giochi, tra cui il mitico Snake. Quest'ultimo è in tutto e per tutto il padre virtuale dei titoli adatti ai cosiddetti casual gamer, dato che permetteva a chiunque dotato di pollici opponibili di ingannare l'attesa dal dentista o di non seguire la noiosa lezione di matematica.
Lo scopo del gioco è semplice: guidare un serpente in grado di muoversi nelle quattro direzioni principali verso una serie di mele che compaiono in sequenza sullo schermo. Ogni mela ingoiata dal nostro avido rettile ha però la controindicazione di farlo allungare di un segmento, rendendo quindi sempre più problematico il movimento all'interno dello schermo. La fine della partita coincide con l'eventuale collisione della testa con uno qualsiasi degli altri segmenti del corpo.
Il successo di questo semplice gioco e il ricordo ancora vivido nella mente dei giovani e dei meno giovani ha spinto Stage Clear Studios e Stovetop a domandarsi se ci fosse la possibilità di sfruttare l'idea originale di Snake in un gioco moderno. Ecco quindi che nasce Snakeybus, un titolo in cui ci si ritroverà alla guida di un autobus in grado di allungarsi man mano che raccoglierà persone.

Prossima fermata: Louvre
Se la descrizione iniziale di Snakeybus vi ha lasciato stupiti, allora sappiate che il gioco vero e proprio vi lascerà di stucco, nella sua folle semplicità. Uno scarno menù iniziale, in cui sarà possibile scegliere mappa, veicolo e modalità di gioco, ci introdurrà senza troppi preamboli in un titolo che fa dell'immediatezza il suo cavallo di battaglia. La voce relativa ai comandi ci spiegherà infatti che sarà possibile accelerare e rallentare con i tasti dorsali, sterzare con la levetta analogica e saltare con il tasto X.
Nulla più che questo da assimilare, dunque scegliamo una mappa a caso (Suburbs nel nostro caso) e iniziamo a guidare il nostro bus allungabile in una serie di vie che ricordano i classici quartieri residenziali americani, realizzate con una grafica spartana ma pulita e soprattutto funzionale. Per le strade si notano alcune pensiline per autobus, con passeggeri in attesa di essere caricati. Passandoci attraverso gli stessi verranno letteralmente risucchiati, andando a incrementare una barra che indica la nostra capienza massima.
Raggiunto il limite ci basta seguire la freccia bianca posta nella parte alta dello schermo, che farà da bussola per orientarci, per scaricare il carico di umani e di conseguenza allungarci di un numero variabile di segmenti, aumentando così la nostra capienza massima ma anche la lunghezza totale del veicolo. Tutto molto bello e rilassante, almeno fino a quando non vediamo in lontananza la parte posteriore del nostro bus che sfreccia in una strada da noi percorsa in precedenza. Ecco dove cominciano i guai.

EmaF5
ma che è sta roba....non l'avevo mai sentito