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Watch Dogs Legion e Ubisoft sfruttano vergognosamente una poesia legata all'Olocausto?

"Non si può utilizzare l'Olocausto per promuovere una IP legata all'intrattenimento da diversi milioni di dollari".



Con questa frase si chiude un editoriale di Kotaku firmato Ari Notis che al di là delle opinioni è indubbiamente interessante. Protagonisti assoluti delle critiche del redattore, Ubisoft e Watch Dogs Legion. Da una parte una compagnia che continua a essere nella bufera per le pesanti accuse di molestie e abusi sessuali che colpiscono anche dirigenti molto importanti e dall'altra un gioco che nella nostra prova e in diversi filmati ha indubbiamente mostrato parecchio potenziale. Ma il problema sollevato da Kotaku riguarda il cinematic trailer, il corto con cui la compagnia francese ha recentemente presentato il titolo.



Il filmato in questione sfrutta una versione opportunamente rivista di una poesia/sermone scritta da Martin Niemöller, un pastore protestante tedesco che inizialmente appoggiò il regime nazista credendo nella sua capacità di rialzare una Germania in ginocchio dopo la Prima guerra mondiale ma che successivamente divenne un oppositore che fu addirittura arrestato per ordine diretto di Adolf Hitler. Niemöller venne deportato in vari campi di concentramento tra cui quello di Dachau ma alla fine sopravvisse diventando particolarmente conosciuto per delle frasi che sono un vero e proprio simbolo e che hanno dato vita a versioni diverse ma con lo stesso significato di fondo.



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14 luglio 2020 alle 10:30

 

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