PD: Mafia City è 'un subdolo strumento di propaganda mafiosa' in un nuovo caso di politica contro videogiochi
Mentre a Piacenza diversi membri di una caserma dei carabinieri fanno il bello e il cattivo tempo dando vita alla versione nostrana di quel capolavoro televisivo che è The Shield, che cosa viene in mente a una parte della politica italiana?
Francamente non sappiamo come sia venuto in mente al PD (dopo Calenda di nuovo la sinistra. Pardon, "sinistra") e in particolare al responsabile sicurezza del partito, Carlo Miceli. Sappiamo solo che sui social e con dei virgolettati su alcuni siti di informazione ci siamo trovati di fronte alla classica idiozia inevitabile quando la politica nostrana si confronta con un medium che semplicemente non conosce. E si sa, l'ignoto fa paura e ignoranza unita a paura crea una classica caccia alle streghe.
Ma andiamo con ordine, con chi ce l'hanno il PD e Miceli? Con un gioco mobile piuttosto dimenticabile chiamato Mafia City, una sorta di strategico/simulativo come se ne vedono a bizzeffe sugli store dei nostri smartphone. Ora, un giochino del genere, uscito da diversi anni, sarebbe diventato un pericoloso nemico pubblico.
