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Mafia: The Old Country – Recensione

La serie Mafia ha sempre avuto un posto speciale nel cuore dei giocatori. Il primo capitolo, uscito nel 2002, è stato un vero cult, capace di raccontare una storia intensa e cinematografica ambientata nell'America degli anni '30. Il successo è stato tale da spingere 2K a riproporlo anni dopo con la Definitive Edition, che ne ha modernizzato il comparto tecnico mantenendo intatta la forza narrativa. Anche Mafia II ha saputo lasciare un segno, consolidando lo stile narrativo della saga e regalando ai fan un'altra storia memorabile. Diversa invece la sorte di Mafia III, che pur introducendo alcune novità interessanti, non è riuscito a convincere allo stesso modo per via di scelte di design discutibili e un gameplay ripetitivo.



Con Mafia: The Old Country, Hangar 13 sembra aver fatto tesoro di quegli errori, riportando la serie a una dimensione più vicina alle sue origini. Pur non essendo privo di alcune mancanze a livello di gameplay, il gioco convince grazie a una trama solida, a un'ambientazione curata e a un livello di scrittura che richiama i momenti migliori della saga.



Il viaggio di un caruso nella Sicilia nascente



La narrazione è senza dubbio il cuore pulsante di Mafia: The Old Country, al punto che il gioco può essere definito più come un'esperienza narrativa che come un vero e proprio third-person shooter. Al centro della storia c'è Enzo Favara, un caruso che ha passato la sua giovinezza a lavorare in miniera fin da quando il padre lo ha venduto per pagare i propri debiti, la sua vita nelle gallerie sotterranee e durissima e trova la forza nel suo amico Gaetano e nella speranza di partire per “La Merica” non appena ripagato il loro debito.



Il destino, però, gli riserva un'altra strada. Dopo essere riuscito a fuggire da quell'esistenza di fatica e disperazione, Enzo trova rifugio in una famiglia mafiosa che lo accoglie e gli offre una nuova vita. Da semplice caruso senza prospettive, diventa un uomo d'onore, iniziando una scalata che lo porterà a conoscere da vicino i meccanismi, i rituali e le logiche di potere che avrebbero dato vita a quella che in versione romanzata sarebbe stata conosciuta come Cosa Nostra.



Il racconto accompagna il giocatore attraverso le prime fasi di organizzazione del fenomeno mafioso in Sicilia, mescolando in un intreccio che alterna dramma personale, lealtà, tradimenti e momenti di spietata violenza. È proprio questo equilibrio tra fiction e radici storiche a rendere la trama di Mafia: The Old Country una delle più intense mai viste nella serie, capace di catturare l'attenzione dall'inizio alla fine.



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Una Sicilia viva e storicamente curata



Se la trama rappresenta il cuore narrativo di Mafia: The Old Country, l'ambientazione ne è l'anima pulsante. Il lavoro svolto dal team di sviluppo per ricreare la Sicilia dei primi del Novecento è sorprendente, tanto da trasformare il gioco in una sorta di viaggio interattivo attraverso storia, cultura e tradizioni dell'isola.



Ogni dettaglio è stato curato con un'attenzione maniacale: dalle campagne bruciate dal sole fino ai borghi costruiti in pietra, tutto restituisce la sensazione di trovarsi davvero in quella Sicilia arcaica e affascinante. Le case mostrano la tipica muratura del tempo, con stipiti e finiture fedeli alla tradizione, mentre le strade sono animate da mercati e fiere che sembrano usciti da vecchie fotografie d'epoca.



A colpire sono soprattutto i piccoli particolari: i fichi d'India che crescono spontanei lungo i sentieri, i pomodori “a riccio” tipici della coltivazione siciliana, le bancarelle affollate di prodotti locali come cannoli e arancine o le teste di Moro. Tutti elementi che contribuiscono a restituire un quadro autentico, vivido e rispettoso della cultura isolana. Non è solo un'ambientazione di contorno, ma un mondo vivo che parla di identità e appartenenza, trasmettendo al giocatore la bellezza e il fascino di una terra unica.



Il risultato è un mondo di gioco che non solo accompagna la narrazione, ma diventa esso stesso parte integrante della storia, capace di emozionare chi conosce la Sicilia e di affascinare chi la scopre per la prima volta.



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La cornice funzionale alla storia



Nonostante la cura maniacale sul punto di vista storico e narrativo Mafia: The Old Country mostra scoperto il fianco per quanto riguarda il gameplay, esso rappresenta invece il suo punto più debole. In più di un'occasione sembra quasi una semplice cornice creata per accompagnare la storia, piuttosto che un elemento in grado di brillare di luce propria. Nei momenti in cui dovrebbe emergere con forza, lascia invece l'impressione di essere poco rifinito.



Le differenze tra i vari livelli di difficoltà, ad esempio, risultano marginali: al di là dei danni subiti, l'intelligenza artificiale dei nemici rimane piuttosto limitata (quasi assente). Le fasi stealth ne sono la dimostrazione più evidente: anche se il gioco offre la possibilità di nascondere i corpi, in realtà non è mai necessario, riducendo l'immersività creata da tutto il contesto. Le sezioni silenziose si riducono a un'attesa del movimento dei nemici, più che a un vero studio dell'ambiente o a una strategia da mettere in atto.



Più interessanti sono invece i duelli con i coltelli, che rappresentano un tocco di classe e un richiamo alle tradizioni siciliane. Purtroppo, questa idea perde presto forza, perché la maggior parte dei capitoli si conclude proprio con uno scontro di questo tipo. Una scelta che riduce il pathos e la tensione di quelli che avrebbero potuto essere momenti memorabili, trasformandoli in una routine prevedibile.



Lo shooting, d'altro canto, è stato gestito con cura: le armi rispecchiano bene la loro epoca, risultando poco precise e potenti, come effettivamente erano a inizio Novecento. La varietà è comunque buona, e l'approccio con ogni arma restituisce sensazioni credibili. Anche la guida è coerente con l'ambientazione: le automobili del tempo sono lente, pesanti e difficili da controllare ad alta velocità, ma questo contribuisce a restituire un senso di realismo. Un'aggiunta apprezzabile è l'uso dei cavalli, che rende l'esplorazione nelle zone rurali più piacevole e variegata.



Il vero limite rimane però la mancanza di contenuti secondari. Al di fuori della trama principale, l'unica attività disponibile è l'esplorazione libera della mappa alla ricerca di collezionabili. Non ci sono missioni opzionali, negozi da rapinare o eventi collaterali che possano dare respiro e varietà all'esperienza, e questo impoverisce inevitabilmente la longevità complessiva del titolo.



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Grafica, suono e dialetto al servizio dell'immersività



Sul piano tecnico, Mafia: The Old Country raggiunge livelli davvero straordinari. Il lavoro del team di sviluppo sul fronte grafico è di altissimo livello: le texture sono dettagliatissime, la resa delle superfici è convincente e l'intera direzione artistica contribuisce a dare vita a un mondo visivamente spettacolare. Grazie anche alla cura nell'ambientazione, l'esperienza diventa non solo narrativamente coinvolgente, ma anche esteticamente affascinante, restituendo scorci della Sicilia d'inizio Novecento con una fedeltà impressionante.



Anche il comparto audio si distingue per qualità e varietà. La colonna sonora accompagna con efficacia i momenti principali della storia, alternando brani orchestrali a musiche più intime, mentre le ballate cantate in game contribuiscono a rafforzare l'identità culturale del titolo. Ogni suono, dai passi sul selciato al fruscio del vento tra i campi, è stato calibrato per aumentare l'immersione.



Un vero plauso va inoltre al doppiaggio in siciliano, realizzato con un'attenzione maniacale. L'alternanza tra il dialetto palermitano e quello catanese non è soltanto un vezzo linguistico, ma un espediente narrativo che amplifica lo scontro tra le diverse fazioni e al tempo stesso regala un senso di autenticità raramente visto in un videogioco. L'impatto sull'immersione è potentissimo: sembra davvero di vivere in prima persona le dinamiche e le tensioni della Sicilia di quel periodo.



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Un trofeo accessibile per veri esploratori narrativi



Per i cacciatori di trofei, Mafia: The Old Country offre un platino accessibile, seppur non immediato. L'obiettivo principale consiste nel completare l'avventura sia a qualsiasi livello di difficoltà che a difficoltà massima, ma come già accennato le due cose possono collimare: il consiglio è di iniziare direttamente dal livello più alto, così da risparmiare una seconda run completa.



A questo si aggiunge la raccolta dei numerosi collezionabili sparsi per la mappa, che rappresentano una delle attività secondarie più consistenti del gioco. Non mancano, infine, i classici trofei di miscellanea legati all'utilizzo delle armi, che richiederanno di effettuare un determinato numero di uccisioni con ciascuna tipologia. Nulla di particolarmente complesso, ma un po' di dedizione sarà necessaria per completare l'elenco al 100%.



Nel complesso, il platino si colloca in una fascia facile: non richiede abilità fuori dal comune, ma solo attenzione, costanza e la voglia di esplorare a fondo il mondo di gioco.




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5 settembre alle 17:10

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