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Star Wars Episode I: Racer – Recensione

Correva l'anno 1977 e il mondo scopriva Guerre Stellari, pensato, scritto e realizzato da George Lucas, il quale ha dato il via alla prima trilogia di film che sono diventati una pietra miliare della storia del cinema, oltre a una grande spinta allo sviluppo di tecniche avanzate di post-produzione e di effetti speciali. Nel 1999 veniva pubblicato il primo episodio (La minaccia fantasma) della seconda trilogia cinematografica e nello stesso anno LucasArts estrapolava dalla storia principale, per realizzarne un videogioco, l'evento di podracing galattico in cui un giovane ma molto veloce Anakin Skywalker riusciva a ottenere facili vittorie a bordo degli sgusci, veicoli levitanti monoposto trainati da turbine a gas, i quali venivano utilizzati per competere ai bordi della galassia. Il videogioco è stato rilasciato su PC, Mac, Dreamcast, Nintendo 64 e Game Boy (in una versione adattata) ma mai su PlayStation. Abbiamo dovuto aspettare fino al 2020 per poter vedere approdare questo piccolo, grande racing game sulle nostre piattaforme preferite. Come sarà andata con questo porting? Scopritelo nella nostra recensione.



Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…



Sviluppato e pubblicato nel 1999 da LucasArts, Star Wars Episode I: Racer detiene il Guinness World Record per essere il videogioco di simulazione di guida fantascientifico più venduto di sempre con oltre tre milioni e centomila copie vendute, superando addirittura storici nomi della guida spaziale come Wipeout e F-Zero. Inizialmente reso disponibile solamente per PC e Nintendo 64, rimane un mistero su come non sia potuto essere pubblicato sulla prima PlayStation, ma fortunatamente abbiamo potuto provarlo sull'attuale ammiraglia Sony grazie al porting realizzato da Aspyr. Va detto subito che ci troviamo davanti il videogioco tale e quale a vent'anni fa, con tutti i limiti tecnici di allora ma comunque riprogrammato e adattato per poter girare decisamente bene su PlayStation 4. Fin dall'avvio avremo un forte feeling retrò, con i loghi non propriamente in alta definizione e il filmato introduttivo che si muove così così, andando un po' a singhiozzo come era tipico a fine anni Novanta.



Le modalità non sono numerose e il menù principale, completamente in inglese così come l'intero videogioco (se non consideriamo francese, tedesco, spagnolo, cinese e giapponese), si compone di sole quattro voci: Tornei, praticamente la carriera, in cui potremo sfidare gli avversari galattici all'interno dei quattro campionati a disposizione; Gioco libero, il quale rappresenta la classica gara singola, in cui scegliere in quale circuito correre (tra quelli dei campionati), impostando numero di giri, di avversari e difficoltà; Prova a tempo, come sopra ma senza avversari, utile per prendere conoscenza delle piste e delle loro scorciatoie; infine avremo la modalità a due giocatori locali, per sfidare un amico sullo schermo condiviso. Il videogioco dà ovviamente il meglio di sé nella modalità Tornei, in cui ci faremo strada attraverso quattro campionati di difficoltà e lunghezza delle corse via via crescente per arrivare fino a diventare il pilota più veloce della galassia e sbloccare tutti i personaggi e i potenziamenti per lo sguscio. Prima di ogni gara è presente un breve filmato introduttivo relativo al pianeta sul quale si correrà, in cui sarà possibile vedere quale ottimo lavoro fu fatto vent'anni fa e che all'epoca doveva risultare davvero notevole mentre oggi, ricordando che siamo davanti a un semplice porting, ha un sapore un pochino agrodolce. Sarebbe bastato un minimo d'impegno e una pulizia generale almeno delle texture per poter far sì che la presentazione risultasse almeno più piacevole.



Percepisci, non pensare. Usa il tuo istinto…



Star Wars Episode I: Racer ci mette alla guida degli sgusci, veicoli levitanti monoposto trainati da motori a reazione i quali sono collegati con semplici cavi all'abitacolo in cui è presente il pilota. Gli sgusci sono veicoli tutto sommato compatti e hanno un rapporto peso/potenza completamente fuori di testa, rendendoli al tempo stesso estremamente veloci, divertenti e sorprendentemente maneggevoli. Pilotare questi oggetti è un gioco da ragazzi anche grazie al modello di guida prettamente arcade in cui è addirittura quasi inutile frenare, basta infatti rilasciare l'acceleratore per avere una caduta di velocità sufficiente ad affrontare il novanta percento delle curve presenti nel videogioco. E' possibile danneggiare il veicolo, ma complice un modello decisamente permissivo è consentito sfruttare anche l'ambiente ai lati della pista, se pur con moderazione, per prendersi delle “licenze poetiche” riguardo all'interpretazione delle traiettorie, tenendo a mente che un qualunque punto di stop troppo violento comporta la distruzione immediata del veicolo. Il modello di guida premia sì la velocità assoluta intesa come pulizia di guida e capacità di distanziamento degli avversari sui rettilinei ma anche, e soprattutto, la capacità di evitare qualsivoglia incidente, a causa di un tempo di rientro in pista di circa cinque secondi che fa perdere prezioso terreno accumulato nel corso dei giri. E' meglio perdere mezzo secondo frenando che molto di più per essere entrati in curva a una velocità esagerata.



Non è possibile impostare una difficoltà diversa da quella standard ma comunque siamo di fronte a un'intelligenza artificiale non particolarmente veloce o che dà troppe noie, soprattutto se si acquistano i potenziamenti disponibili mano a mano che si procede con le gare, tenendo in considerazione che, di fatto, una navicella più lenta per motivi prestazionali fa aumentare la difficoltà, tanto che in alcuni frangenti saremo costretti, per manifesta impossibilità di raggiungere le velocità dei primi, a ricominciare la gara da capo dopo aver modificato adeguatamente il nostro sguscio. Le modifiche disponibili per lo sguscio coprono ben otto aree: accelerazione, trazione, controllo, velocità, turbo, riparazione, raffreddamento e frenata. Per ognuna di queste esistono numerosi parti di ricambio che è possibile installare in base alla nostra disponibilità economica, garantendo che con il passare delle gare si possa sempre avere un mezzo competitivo. E' presente una pratica funzione boost, grazie alla quale aumentare temporaneamente la nostra velocità massima per brevi tratti senza esagerare, pena il surriscaldamento, l'incendio e la successiva esplosione dei motori, i quali sono riparabili se danneggiati (anche a causa di contatti con altri concorrenti o con i limiti del tracciato) tramite la semplice pressione di un tasto, il quale azionerà dei droidi che rigenereranno l'efficienza delle turbine causando un temporaneo rallentamento dello sguscio.

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19 ottobre 2020 alle 17:10

Condiviso da popcornking e un altro.Piace a 5 persone

 

Insomma non mi pare un gran mistero non averlo visto sulla prima PlayStation. Tecnicamente era mostruoso all'epoca.

 

@Mastrocomputer c era una qualche forma di esclusiva temporale sui titoli star wars, poi nel dettaglio perché quello uscì su dc e non su psx non saprei. Escluderei la natura tecnica perché all' epoca non si andava troppo sul sottile, altro che downgrade, per poco non fecero uscire resident evil 1 su gameboy e su play uscirono pure titoli tecnicamente improponibili tipo driver 2