Recompile - recensione
Siamo nel post-Cyberpunk 2077. Tra gli effetti più evidenti del progetto maledetto di CDPR c'è una maggior attenzione rivolta ai prodotti del genere più ribelle della fantascienza. Nel corso dell'anno abbiamo visto infatti un susseguirsi di titoli interessanti, pieni di neon e codici, che vanno dalla preziosa pixel art di Narita Boy al divertente e discusso The Ascent, passando per l'italianissimo Foreclosed. Insomma, si potrebbe dire che siamo in pieno revival.
Recompile di Phigames, pubblicato da Dear Villagers, si concentra su quel lato del cyberpunk che ha dato vita a capolavori del cinema come Tron e Matrix. Utilizzerete infatti un programma semi-senziente dall'aspetto umanoide, infiltrato all'interno del Mainframe di una misteriosa struttura futuristica. L'esplorazione è fatta di netrunning in ambienti digitali, geometrici e ricolmi di luci e oggetti aleatori, sfasati nello spazio. Il vostro compito sarà quello di risolvere diverse problematiche informatiche, ovviamente interfacciandovi con strutture cibernetiche, combattendo anti-virus e raccogliendo dati sotto forma di oggetti olografici.
L'opera del designer Phi Dinh, per la precisione, è un metroidvania 3D con una forte componente platform. All'inizio salterete con precisione su piattaforme minuscole, andando più avanti si sbloccherà una maggior mobilità, a cominciare dal classico doppio salto fino alle planate. A questa componente avventurosa si aggiunge una meccanica FPS, purtroppo rudimentale e che vi richiederà di appostarvi per poter sparare contro i programmi che vi fluttueranno intorno. L'arma è un fucile laser che power up dopo power up può trasformarsi in equipaggiamenti più distruttivi.

EmaF5
Non lo conoscevo...