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Tormented Souls – Recensione

La telecamera fissa è stata una costante nei survival horror anni Novanta ma, con l'evoluzione tecnologica e hardware sempre più potenti, è stata via via accantonata in favore di visuali in terza persona. L'abbandono di questa inquadratura coincide anche con l'aumento di azione e, quindi, di titoli più simili a sparatutto e meno survival. Dei primi Resident Evil, Silent Hill e Alone in the Dark non è rimasto praticamente nulla, almeno fino a oggi. Tormented Souls, sviluppato da Dual Effect, Abstract Digital e pubblicato da PQube, prova infatti a riportare in auge un genere ancora adorato dai fan e che, con questo tipo di gameplay, mancava davvero da troppo tempo.



Gemelle maledette



La storia comincia con una lettera, inviata da tale John Doe dal Wildberger Hospital, recapitata a Caroline Walker. Al suo interno, Caroline trova una foto raffigurante due gemelle; l'immagine le provoca strane e forti sensazioni, tanto da convincerla a mettersi sulle tracce del mittente. La scelta però non si rivela azzeccatissima e la giovane protagonista, una volta entrata nell'istituto, viene attaccata alle spalle. Al suo risveglio Caroline è nuda, senza un occhio e bloccata in una situazione che sembra senza via d'uscita. Toccherà quindi armarsi di coraggio e farsi strada in un'ambientazione misteriosa, piena di segreti e terribili creature. Chi ci ha attirato in quel posto? Chi sono le due gemelle della foto? Da dove arrivano i mostri? Tutte le nostre domande avranno presto delle inquietanti risposte.



Dal punto di vista narrativo, Tormented Souls non brilla per originalità, attingendo a piene mani dai cliché del genere. Nonostante ciò, con il passare delle ore e la scoperta di nuovi dettagli, sarà inevitabile farsi coinvolgere e voler scoprire di più sulla protagonista e sul posto in cui è finita. La storia viene perlopiù narrata attraverso diari e note (che contengono anche indizi fondamentali per la risoluzione degli enigmi), ma non mancano comunque cutscene e dialoghi. La caratterizzazione dei (pochi) personaggi è invece un po' troppo superficiale, lasciata in gran parte all'interpretazione del giocatore. Non siamo davanti al nuovo Silent Hill, sotto l'aspetto della profondità di trama e messaggi, ma il survival horror di Dual Effect e Abstract Digital riesce comunque a dire la sua con qualche colpo di scena interessante e finali multipli.



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Gallina vecchia fa buon brodo



Tormented Souls ci ha rapito, tenendoci incollati allo schermo fino alla fine, e il merito è senz'altro del suo gameplay. Le ispirazioni ai grandi classici del genere sono evidenti, ma il titolo riesce comunque a proporre contenuti originali e a mantenere una propria identità ben precisa. Le fasi di gioco sono sostanzialmente due: quella in cui esploreremo l'ambientazione, alla ricerca di enigmi e relative soluzioni, e quella nella quale dovremo farci strada tra i mostri, a suon di proiettili. L'esplorazione, ovviamente caratterizzata da molto backtracking, è sempre piacevole grazie al buon level design. Tornano peraltro le transizioni di caricamento tra una stanza e l'altra. Gli enigmi, fiore all'occhiello della produzione, sono sagaci e originali ma mai troppo complessi. Spesso, per trovare la soluzione giusta, bisognerà cercare nei documenti trovati, negli anfratti più bui dell'ospedale o scovare messaggi a prima vista insignificanti. In alcuni casi dovremo combinare o interagire con determinati oggetti, in altri risolvere veri e propri rompicapo.



L'altra fase di gioco è invece legata all'azione che, come già anticipato, è caratterizzata dalla presenza della telecamera fissa. Il posizionamento delle visuali è perfetto (nonostante pregi e difetti ben noti di questa inquadratura) e funzionale al gameplay, oltre a contribuire sensibilmente all'atmosfera horror. Le armi a disposizione sono sia da scontro ravvicinato che a distanza e utilizzano il classico sistema di mira automatica, già largamente sperimentato nelle produzioni a cui si ispira il gioco. La vera abilità del giocatore starà quindi nel posizionarsi alla giusta distanza dal nemico di turno, essere pronti a scappare se necessario, ma soprattutto gestire al meglio le risorse. Il sistema di movimento è promosso, con due modalità presenti: una moderna, più “comoda” e adatta anche ai meno avvezzi al genere, e una vecchia scuola, con il classico tank control.



Discorso analogo per la componente survival, a cui gli sviluppatori hanno sicuramente riservato un occhio di riguardo. Le risorse sono infatti limitate e gestirle sarà una vera e proprio sfida: munizioni, cure e salvataggi andranno utilizzati con parsimonia per avere una speranza di arrivare fino alla fine. La difficoltà (purtroppo non regolabile) ci è sembrata accessibile a tutti, ma comunque impostata per punire chi abbassa la guardia o sperpera troppe risorse. L'inventario non è limitato e quindi non impone al giocatore di dover depositare oggetti di tanto in tanto. In definitiva, Tormented Souls è, senza ombra di dubbio, la miglior esperienza survival horror a telecamera fissa da anni a questa parte.



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E' tutto oro quel che luccica?



La risposta è no, decisamente no. Finora abbiamo solo decantato (giustamente) Tormented Souls, ma qualche problema c'è. Bastano infatti pochi minuti per assistere alla cutscene iniziale e rimanere sotto shock per la bassissima qualità in cui è realizzata. Nonostante la cura degli sviluppatori sia stata massima, come si può notare dall'ottima realizzazione degli scenari, i mezzi a disposizione sono evidentemente limitati. Modelli e animazioni, in particolare, non sono all'altezza di PlayStation 5. Lato sonoro invece, la situazione è nettamente migliore, con un doppiaggio discreto e una colonna sonora sempre azzeccata, messa in risalto anche dai tanti, e spaventosi, effetti sonori.



Riusciamo però a trovare degli aspetti positivi anche nel lato meno riuscito della produzione. Gli sviluppatori infatti, dal rilascio del gioco ad oggi, hanno rilasciato costantemente patch migliorative. Da piccoli dettagli, come fix sui trofei o sulla mappa di gioco, a novità importanti, come l'introduzione della localizzazione in italiano. Dual Effect, Abstract Digital e PQube tengono davvero molto a cuore il progetto, che ci auguriamo sia il primo di tanti per questo genere. Al prezzo di 19,99 euro poi, è davvero d'obbligo chiudere un occhio e godersi la macabra avventura di Caroline Walker.



Trofeisticamente parlando: sopravvivi, anche a condizione estreme



I trenta trofei che compongono l'elenco trofei di Tormented Souls (Platino compreso) offrono sfide già affrontate dagli amanti del genere. Le coppe sono legate alla storia, al ritrovamento di tutte le note e i diari e all'ottenimento dei vari finali, ma la vera difficoltà risiede in tre obbiettivi specifici. Per il massimo trofeo dovrete infatti finire il gioco in meno di tre ore, senza utilizzare oggetti curativi e senza salvare. Fortunatamente i tre obbiettivi sono separati e quindi ottenibili in run separate. Per scoprire di più, vi rimandiamo come al solito alla discussione dedicata sul nostro Forum.




L'articolo Tormented Souls – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

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7 ottobre 2021 alle 17:00

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