As Far As The Eye – Recensione
I ragazzi di Unexpected Studio sono pieni di idee e voglia di sperimentare. Con As Far As The Eye hanno creato un nuovo gioco ibrido che unisce diversi generi: city-builder, RPG e roguelike. Creare un mix simile non è facile, ma loro hanno raggiunto un buon risultato. Peccato solo che, a causa dell'inesperienza del giovane team, ci sia ancora qualche problemino da risolvere nella versione arrivata su PlayStation 4. Scoprite tutte le luci e le ombre di questo gioco nella nostra recensione!
Tu sei l'unico che li può salvare
Il mondo di As Far As The Eye è un mondo in continua distruzione e ricostruzione, un loop infinito di morte e rinascita, che termina solo quando si arriva a The Eye (l'occhio in italiano). Il nostro compito sarà proprio quello di guidare una piccola tribù nel difficile viaggio verso la salvezza, raggiungibile solo in questo luogo. Per farlo avremo bisogno di tantissime risorse, utili a superare gli ostacoli che si frappongono tra noi e The Eye. Dovremo quindi costruire piccoli insediamenti che ci permetteranno di sfruttare l'ambiente circostante e ottenere i materiali necessari per spostarci in una nuova porzione di mappa, quella sempre più vicina alla nostra meta.
Ma attenzione perché non potremo indugiare troppo e dovremo ottimizzare al meglio le nostre azioni per evitare che un'onda enorme si abbatta su di noi. Infatti, la permanenza in ogni scenario ha un tempo limitato: superatelo e i vostri Pupils (Allievi) saranno sommersi dall'acqua e periranno inevitabilmente. Ma la natura è nostra amica-nemica, infatti potrebbero accadere eventi climatici dannosi anche prima che arrivi l'onda, ad esempio un fulmine potrebbe colpire le foreste da cui ricaviamo il legno o una piccola inondazione sommergere la cava di pietra e così via. Questi eventi dipenderanno non solo dal caso, ma anche da come trattiamo le risorse naturali del mondo di As Far As The Eye. Più saremo ingordi prima la natura ci presenterà il suo conto.

Giovani ma intraprendenti
I nostri Allievi faranno esattamente quello che gli comanderemo e via via che lavoreranno diventeranno sempre più esperti. Sarà a nostra discrezione decidere come farli evolvere, così da farli specializzare in professioni specifiche. Questo migliorerà il loro rendimento: un boscaiolo, ad esempio, sarà più efficiente nel raccogliere la legna rispetto a un minatore. All'inizio della partita i nostri pupilli saranno completamente plasmabili, ma più avanti potrebbero arrivare degli elementi che hanno già iniziato il loro percorso formativo. Sarà quindi più conveniente assecondarlo che tentare di modificarlo.
Ogni mossa in As Far As The Eye deve essere ben studiata e ponderata. Lo scorrere del tempo che preannuncia l'onda anomala si farà sentire presto. Tra le molteplici deviazioni, decidere quale tratta seguire per raggiungere The Eye sarà veramente importante. Tenere conto delle risorse necessarie ci permetterà di pianificare sia la raccolta delle stesse che gli spostamenti da fare. La campagna, in pratica, è un lungo tutorial per imparare a giocare. Sarà utile per prendere confidenza con le meccaniche altrimenti difficili da capire e veramente poco intuitive. Il gioco libero sarà la vera sfida del titolo! La creazione ambienti diversi in modo procedurale a ogni riavvio darà anche una discreta rigiocabilità al tutto.

Un gestionale su console, sempre i soliti problemi…
La grafica di questo gioco è particolare e molto ispirata, i tenui colori pastello fanno da contrasto con l'incombente minaccia di morte sempre presente. Peccato però che i dettagli si perdano un po' e non sempre sia facilissimo coglierli nella visuale generale. Unexpected Studio ha pensato e creato As Far As The Eye per PC, questo è abbastanza chiaro. Il buon successo di quella versione ha spinto lo studio di sviluppo al porting per console. A livello tecnico è stato fatto un buon lavoro, infatti il frame rate è risultato costante e non abbiamo rilevato nessun bug o problema evidente. I difetti, però, si fanno sentire con la mappatura dei comandi e alcune pecche operative. Ad esempio, lo spostamento della visuale e lo zoom sono da effettuarsi con le levette analogiche e ciò risulta poco intuitivo e molto scomodo. Più di una volta ci siamo trovati a inquadrare una zona completamente diversa da quella che volevamo.
Anche le scritte sarebbero potute essere migliori, magari con un ingrandimento opzionale per i poveri vecchi occhi stanchi di chi cerca di leggere la notevole mole di testo presente. Inoltre, dobbiamo avvisarvi che non è presente la localizzazione in italiano e anche chi ha davvero una buona padronanza della lingua inglese potrebbe aver dei problemi a comprendere. Il linguaggio utilizzato è molto poetico e aulico, risultando particolare e gradevole. Ma se non sapete come si dice in inglese “sussurrare all'orecchio del tuo Pupillo di spostare le sue membra nella zona lambita dall'acqua salmastra” potreste trovarvi un pochino spiazzati.

Trofeisticamente parlando: l'onda anomala non vi colpirà così violentemente
As Far As The Eye non dovrebbe essere difficile da platinare, infatti le richieste sono piuttosto semplici anche se numerose. I ben sessantotto trofei presenti nell'elenco li otterrete finendo i cinque capitoli della campagna e sbloccando tutte le specializzazione degli allievi. In pratica dovrete giocare qualche partita facendo attenzione a diversificare i vari potenziamenti e così dovreste avere un nuovo Platino da mostrare agli amici.
L'articolo As Far As The Eye – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

luigichievo
per gli appassionati
Markuito90
Non male
SirKimera
Sembra carino nella gestione, ma la grafica mi fa un po' male agli occhi