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Mythology Waifus Mahjong – Recensione Speedrun

Per la rubrica “giochi strani e dove trovarli” abbiamo realizzato la recensione Speedrun di Mythology Waifus Mahjong. Le domande che il nuovo titolo di Gamuzumi ha suscitato, tra cui quanto potesse essere interessante un minotauro femmina, troveranno risposta? Scopritelo continuando a leggere.



Re delle waifus



Per chi non conoscesse il termine presente nel titolo, sappiate che “waifu” è la traslitterazione della parola inglese “wife” (ossia moglie). Nello slang attuale, simboleggia un personaggio femminile animato per il quale si prova attrazione. Da questa premessa parte la nostra analisi di Mythology Waifus Mahjong, opera che come è facile immaginare mischia una serie di belle ragazze con il celeberrimo gioco da tavolo cinese, unendoci inoltre un elemento mitologico.



Una volta avviata l'opera, si viene catapultati nei panni di un cavaliere senza macchia e senza paura. Il suo scopo è quello di sconfiggere dei terribili mostri il cui design è stato stravolto e reso più erotico. Dal team di Gamuzumi, resposanbile di una serie di visual novel ecchi, non ci saremmo aspettati niente meno che questo. In collaborazioen con i ragazzi di Sweet Banana Games, su PlayStation è quindi arrivato un classico match 3 in cui troviamo questo interessante twist, con ragazze mostruose via via sempre più svestite.



Più che il presente, sarebbe corretto utilizzare il condizionale, perché la dura mannaia della censura ha agito anche su questo prodotto, come su altri dello stesso studio. Dopo i puzzle tutti ugali tra loro di Elven Jigsaw, anche Mythology Waifus Mahjong subisce lo stesso trattamento. Nei 60 livelli disponibili si dovrebbe assistere a un'escalation nelle illustrazioni, cosa che non avviene praticamente mai. A parte perdere il top e poche altre modifiche, le illustrazioni delle waifu rimangono sempre uguali. Non aiuta la presenza di sole sei “ragazze”, che rende tutto abbastanza monotono e superfluo.



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Il gameplay di Mythology Waifus Mahjong



Parlando di ciò che dovrebbe essere il fulcro dell'opera, possiamo dirvi che il gameplay di Mythology Waifus Mahjong è quanto di può semplice e banale si possa immaginare. La struttura classica del mahjong è stata modificata per proporre al giocatore una sfida aggiuntiva: in una barra apposita è possibile accumulare un numero prestabilito di tessere. Se doveste terminare gli spazi a disposizione, sarà game over.



Come fare quindi per sopravviere e abbattere il nemico? La risposta è semplice: raccogliendo in qualsiasi ordine tre tessere uguali, queste si trasformeranno in un attacco al mostro. Svuotare lo schema coinciderà invece con una vittoria. In tutto questo non abbiamo considerato il fattore tempo (mostrato simpaticamente da una lifebar in costante discesa) che diventa incisivo e punisce i giocatori più riflessivi. Mythology Waifus Mahjong cerca quindi di mascherarsi da arcade rapido e immediato, che avrebbe ben figurato su dispositivi mobili ma che su console non risplende di luce propria.



Interessante la presenza di due aiuti, un match automatico e uno shuffle delle tessere, così come la possibilità di annullare l'ultima mossa in cambio di un po' di tempo. Discreta la grafica, nonostante i cliché siano sempre dietro l'angolo, meno la colonna sonora. Gli effetti di match ci sono risultati un po' invadenti e indigesti, mentre la colonna sonora è impalpabile. Ultimo accenno per i bei disegni delle waifus, castrati come detto per amor di pudore e dunque monotoni e dimenticabili.



Il Platino di Mythology Waifus Mahjong



Se avete amato le visual novel di Gamuzumi per la rapidità di ottenimento del Platino, sappiate che la lista trofei di Mythology Waifus Mahjong non fa eccezione. Undici coppe d'oro e l'agognata blu scintillante sono pronte a fare la comparsa sulla vostra bacheca in una quindicina di minuti, senza sforzi eccessivi. Per ottenere la massima ricompensa basterà infatti completare i primi 11 livelli, una sfida alla portata anche dei cacciatori completamente digiuni di mahjong.



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27 marzo 2023 alle 11:10

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