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The Knight Witch – Recensione

Schivando una tonnellata di proiettili ci siamo lanciati nella recensione di The Knight Witch. Un po' bullet hell, un po' metroidvania, il nuovo titolo pubblicato da Team17 e sviluppato da Super Mega Team promette di regalare emozioni agli appassionati di ambo i generi. Tirate fuori dall'armadio il vostro miglior cappello a punta, perché è il momento di volare e far fuori qualche golem.



La storia di The Knight Witch



Quando pensiamo a maghi e streghe è facile immaginarsi personaggi come quelli di Hogwarts Legacy oppure il sempreverde mago Merlino (o se preferite anche l'apprezzatissimo Gandalf). Bacchette alla mano, fattucchiere e stregoni sono pronti a lanciare incantesimi sempre più potenti per avere la meglio sui nemici. Scordatevi tutto questo perché, pur parlando di streghe, la storia di The Knight Witch è un po' diversa. Ci troviamo infatti in un mondo flagellato dalla guerra, dove la tecnologica Casata di Daigadai ha schiavizzato l'umanità e sta portando il pianeta al collasso.



Nel disperato tentativo di riconquistare la libertà e salvare il salvabile, guerrieri magici chiamati appunto Knight Witch hanno iniziato a lottare per opporsi ai Daigadai. Faruru l'Evocatrice, Sykra la Maestra d'armi, Irine l'Illusionista e la loro condottiera, Robyn l'Angelo distruttore riescono infine ad avere la meglio sul duro avversario. La battaglia apre però le porte a un mondo sotterraneo incontaminato, in cui iniziare una nuova vita.



The Knight Witch inizia in medias res, con un breve ma intenso tutorial che ci mette nei panni niente meno che di Robyn. Questo permette di avere un assaggio delle meccaniche avanzate e affrontare il nostro primo boss. La partenza “sparata” conduce rapidamente a un fast foward di 14 anni. I giocatori infatti non vestiranno i panni dell'Angelo distruttore ma bensì di Rayne, giovane apprendista che si troverà invischiata in un'avventura ben più grande di lei.



Nonostante infatti l'apparente momento di pace, i Dungeoniads stanno per essere messi a ferro e fuoco da una terribile quanto inaspettata minaccia. Con qualche colpo di scena, l'evoluzione della trama (di cui non vi sveliamo altro) procede coinvolgendo il giocatore. Non aspettatevi però una narrativa in stile Tolkien, perché The Knight Witch si focalizza maggiormente sull'azione.



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Volare, nel blu dipinto di blu



Se avete affrontato uno qualsiasi della miriade di bullet hell che intasano gli store digital, avrete probabilmente un'idea di cosa aspettarvi da The Knight Witch. I giocatori prendono il controllo della giovane strega Rayne, in grado fin da subito di volare e di sfruttare una serie di abilità. Lo scopo è ovviamente quello di sopravvivere più a lungo possibile, eliminando i nemici che ci si pareranno davanti.



Tutto è strutturato come uno sparatutto bidimensionale, di quelli in cui il protagonista potrebbe essere un'anonima navetta spaziale. Lo stile scelto ricorda però quello di un altro caposaldo del genere, il mitico Metal Slug. La possibilità di muoversi fin da subito a mezz'aria dà però grande respiro al giocatore, che potrà iniziare a metabolizzare i semplici comandi e le dinamiche punitive di un titolo che non rende mai la vita semplice.



Andiamo con ordine: Rayne può infatti affidarsi per combattere i suoi avversari a un versatile attacco magico. Se non utilizzeremo la levetta destra per direzionarlo, i proiettili verranno sparati automaticamente verso i nemici. Affidarsi alla mira manuale permette di aumentare i danni inflitti, a discapito della precisione. Questo dualismo consente di scegliere come combattere, affidandosi per esempio al fuoco rapido e preciso oppure a un più ponderato.



Mischiare le due tattiche diventa indispensabile per avere la meglio sia sui numerosi nemici a schermo, pronti a riversare i loro attacchi su di noi, sia sui terribili boss. Tutto rimanda a uno stile squisitamente arcade, con però piccoli tocchi raffinati e soprattutto una divisione in stanze che ben si sposa con lo stile generale di The Knight Witch.




Il gameplay di The Knight Witch



Come detto, quindi, lo scopo principale del titolo di Super Mega Team è schivare gli attacchi in maniera più efficace possibile e rispondere al fuoco per distruggere i terribili Daigadai. Il vero twist arriva dall'inserimento di meccaniche in stile metroidvania, che trasformano l'esperienza da una caotica pioggia di proiettili magici a un ibrido che vanta anche elementi in stile gioco di ruolo.



Con l'avanzare dei livelli, ad esempio, è possibile potenziare il proprio personaggio seguendo due scuole di pensiero. Il lato da cavaliere (ossia il Knight del titolo) ci garantirà danni maggiori utilizzando i proiettili. Di contro invece il lato da strega (e qui entra in gioco l'elemento Witch), consentirà di sfruttare con più efficacia delle speciali carte che rappresentano gli incantesimi a disposizione di Rayne.



Strutturate come carte di un mazzo, il giocatore può scegliere quali magie equipaggiare per utilizzarle nel corso degli scontri. Le possibilità sono parecchie: si potranno scegliere bombe da far detonare, incantesimi in grado di modificare lo stile di fuoco e persino devastanti attacchi ad area per far fuori più nemici contemporaneamente.



Tutto si amalgama in maniera egregia in un contesto che non punisce le scelte del giocatore, siano esse equilibrate o meno, lasciandosi giocare senza problemi da chiunque. Certo, fare scelte in controtendenza con il proprio stile potrebbe rendere il gioco impossibile da completare, soprattutto considerata una curva di difficoltà non proprio generosa. Nonostante questo, però, il divertimento è assicurato.



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Effetti magici e proiettili



Il gameplay di The Knight Witch risulta quindi semplice ma comunque vario. Lo stesso si può dire per un comparto tecnico che punta decisamente in alto sia a livello di grafica che per quanto riguarda la colonna sonora. La scelta del team è stata quella di puntare, come già anticipato, su una grafica in stile cartone animato che ben si presta a effetti magici, esplosioni e chi più ne ha più ne metta.



La resa della quantità industriale di proiettili e di attacchi speciali a schermo appaga davvero l'occhio e soprattutto non porta a rallentamenti di alcun genere, caratteristica fondamentale per ogni bullet hell che si rispetti. Durante la nostra prova non abbiamo infatti mai riscontrato problemi, segno evidente che i ragazzi di Super Mega Team hanno davvero lavorato al meglio sotto questo aspetto.



Altrettanto apprezzabile la colonna sonora che, a differenza della grafica, non brilla per originalità ma in generale risulta sempre curata e adatta ad accompagnare il giocatore nella sua frenetica avventura. Ci saremmo aspettati qualcosa in più a livello di scontri con i boss, visto anche che lo studio arriva da opere come RiME e Moonlighter, ma anche così ci sentiamo di promuovere l'operato.



Ultimo immancabile paragrafo dedicato alla longevità di The Knight Witch: il gioco può essere completato in una decina di ore, richiedendone un paio extra per rintracciare ogni segreto nascosto nella mappa. Niente di trascendentale, ma considerato il prezzo ridotto si tratta comunque di un buon compromesso che non deluderà gli appassionati di bullet hell.



Il Platino di The Knight Witch



A differenza di altre versioni del gioco, l'edizione PlayStation di The Knight Witch non consente di utilizzare i cheat. Questo rende l'ottenimento del trofeo di Platino un po' più lungo ma tutt'altro che proibitivo. L'assenza di coppe mancabili o legate a specifiche difficoltà rende la caccia una questione di pazienza e voglia di raccogliere i collezionabili del gioco. Tutto è comunque molto lineare e sarà sufficiente una run per sbloccare la scintillante coppa blu.




L'articolo The Knight Witch – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

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3 aprile 2023 alle 17:10

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