Enlisted – Recensione Speedrun
Elmetto in testa e fucile carico, siamo andati in guerra per la recensione Speedrun di Enlisted. Il titolo di Gaijin Entertainment e Darkflow Software, disponibile gratuitamente sia per PlayStation 4 che per PlayStation 5, punta a far divertire gli appassionati di sparatutto strategici. Scoprite con noi se le atrocità della guerra sono state riprodotte al meglio in questo titolo.
1 settembre 1939
Chi ha conoscenze storiche avrà riconosciuto immediatamente la data inserita nel titolo del nostro paragrafo. Si tratta infatti del giorno in cui ebbe ufficialmente inizio la Seconda Guerra Mondiale, con l'attacco della Germania nazista alla Polonia. Enlisted basa i conflitti su questo terribile periodo storico, facendo vestire ai giocatori i panni di soldati di quel periodo.
Il titolo non ha comunque una trama definita, essendo di fatto un MMO online in cui possono sfidarsi fino a cinquanta giocatori. Dopo War Thunder, quindi, Gaijin Entertainment abbandona la strada dei battle royale intrapresa con CRSED: Foad per tornare in mezzo a battaglie più realistiche. La versione free-to-play di Enlisted permette di giocare nella modalità Arruolato, in cui si controlla un plotone di soldati che dovrà combattere contro altri di fazioni opposte.
Allo stato attuale, Enlisted vanta vari conflitti: oltre al celeberrimo sbarco in Normandia, si potranno mettere a ferro e fuoco città reali come Berlino e Mosca, ma non solo. Ogni area è riprodotta con dovizia di particolari e con una certa ricercatezza grafica. Al netto di qualche fondale piatto, infatti, il titolo offre un buon colpo d'occhio, strutture esplorabili e persino ombreggiature degne di questo nome.
Anche le armi del periodo sono riprodotte con grande cura, così come alcuni mezzi, principalmente carri, che ci si ritroverà a utilizzare sul campo di battaglia. Non aspettatevi ovviamente un livello pari a quello dei moderni Battlefield, ma Enlisted mostra comunque un discreto impegno da parte degli sviluppatori. Lo stesso dicasi per una colonna sonora non certo rivoluzionaria, ma con urla e rumori di guerra incredibilmente realistici (con persino localizzazione dell'audio in base alla nazione del plotone).

Tutti pixel e niente arrosto
Affascinati dal look di Enlisted, non abbiamo esitato a lanciarci in mezzo al fuoco nemico. Sulla carta, il titolo di Darkflow Software si presenta come un MMO strategico, in cui controllare un gruppo di quattro soldati. Uno è sotto il controllo diretto del giocatore, gli altri sono gestiti dall'intelligenza artificiale e possono ricevere i nostri ordini. Per il resto, i comandi sono gli stessi dei classici sparatutto in prima persona.
Tutto interessante, almeno sulla carta. All'atto pratico infatti Enlisted si rivela un mezzo disastro. Il gunplay è anche divertente, con scontri a fuoco sempre incerti. Il vero problema è rappresentato dalla scarsa reattività dell'IA, nonché da movimenti in generale lenti e legnosi. Il team ha cercato, nel corso dei mesi, di mitigare questi problemi, senza però dare la giusta dinamicità al gioco.
Un altro grande problema di Enlisted è rappresentato dall'evoluzione delle specializzazioni. Le dodici classi (dal geniere al cecchino, passando per operatori radio e piloti) vanno infatti personalizzate dal giocatore utilizzando i punti ottenuti durante le battaglie. Quello che rende però tutto frustrante è la necessità di sbloccare uno specifico oggetto per ogni singolo soldato del plotone, obbligando il giocatore a spendere una quantità industriale di punti o diversificare esageratamente gli equipaggiamenti.
L'ovvia soluzione (almeno per gli sviluppatori) è di mettere mano al portafogli. Enlisted vanta, come free-to-play che si rispetti, un sistema di microtransazioni piuttosto aggressivo. A volte si ha infatti la sensazione di essere davanti al classico pay to win, un prodotto in cui chi più spende meglio combatte. Un risultato che sa di occasione sprecata, date le ottime premesse di questo sparatutto tattico.
Trofeisticamente parlando: tante ore, poco onore
Se siete cacciatori di trofei e sperate di avere grandi soddisfazioni dalla lista di Enlisted, dovrete ricredervi. Il team di Darkflow Software ha infatti deciso di non inserire un trofeo di Platino e ha limitato il suo elenco a tredici coppe. Di queste, solo una è di prezioso oro, tre d'argento e nove di bronzo. Ottenerle peraltro non è assolutamente semplice: bisognerà giocare per 100 ore, completare il livello 50 del battlepass e raggiungere il livello 35 con una squadra. Il gioco, insomma, non vale la candela.
L'articolo Enlisted – Recensione Speedrun proviene da PlayStationBit 5.0.

luigichievo
bel gioco