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Final Fantasy XVI – Recensione

Con Final Fantasy XVI è chiaro fin da subito che l'obiettivo sia quello di ripartire, quasi da zero, con una delle saghe più amate di sempre. Dalle dichiarazioni si intuisce che la sfida per gli sviluppatori sia stata quella di rendere questo titolo apprezzabile da veterani e novizi. Un'operazione sulla carta quasi impossibile da realizzare, con un brand a cui gran parte dei fan sono legati visceralmente. Anche se è passata qualche settimana dalla sua uscita, l'ultimo Final Fantasy è ancora al centro di discussioni e dibattiti: c'è chi lo ha amato e chi lo ha criticato aspramente, soprattutto per la difficoltà e per il drastico cambio di gameplay. Per scoprire cosa ne pensiamo, vi basta continuare a leggere la nostra recensione!



La storia di Final Fantasy XVI



Il comparto narrativo è, da sempre, uno di quelli più amati (e criticati) dall'esigente fanbase. In effetti, qualità di scrittura di personaggi e storia è sempre stata altissima fino all'era PlayStation 2. Poi qualcosa è andato storto (sì Lightning, stiamo parlando di te) ed è servito un importante Remake, come quello di Final Fantasy VII, per riportare entusiasmo e interesse nei confronti della serie. L'ultimo capitolo, come i suoi predecessori, ha quindi un'eredità importante che non può ignorare. Un retaggio che può diventare tanto un peso, quanto un punto di forza. Dove si posiziona, per noi, Final Fantasy XVI?



Pur con diversi difetti, di cui parleremo più avanti, per noi è un grande successo. Un titolo, ne siamo certi, i cui personaggi ed eventi verranno ricordati nel tempo. Si è finalmente tornati ad approfondire gli aspetti caratteriali più profondi di protagonisti e antagonisti: sogni, paure, lealtà e coraggio, ma anche crudeltà e codardia. Tante sfumature attraverso le quali è possibile entrare in empatia, nel bene e nel male, ritrovarsi in certi caratteri o modi di pensare. In Final Fantasy XVI vengono finalmente raccontate storie, e viene fatto in modo naturale: traumi e dolori, ma anche rinascita e voglia di riscatto, vendetta e perdono. In parallelo si svolge la storia di Valisthea, un mondo fantasy in cui si alternano natura, sfarzosità e decadenza, devastato dalla guerra e da una malattia che distrugge ogni forma di vita.



La forza di questo episodio è proprio la sua capacità di storytelling: dalle storie più intime, dei vari personaggi, alle lotte di potere tra i vari regni. Final Fantasy XVI emoziona, fa arrabbiare, stupisce: insomma, lascia il segno. La trama in sè per sè è originale e ricca di colpi di scena, interessante sia nelle interazioni tra personaggi che nella lore. Una piacevole sorpresa, sempre più coinvolgente con il passare delle ore. Non c'è altro da dire, bisogna solo lasciarsi trasportare in un mondo pieno di contraddizioni e godersi uno dei viaggi più incredibili attualmente disponibili su PlayStation 5.



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Eikon e Dominanti



Ma di cosa parla, più nello specifico, la trama di Final Fantasy XVI? Vestiremo i panni del guerriero Clive Rosfield, Primo Scudo di Rosaria che ha giurato di proteggere il suo fratello minore Joshua, il Dominante della Fenice. Alcuni eletti, i Dominanti appunto, hanno infatti la capacità di trasformarsi in potenti creature elementali, gli Eikon. La già citata Fenice, Ifrit, Shiva, Bahamut e tanti altri nomi già apparsi nella saga di Final Fantasy. Un potere che determina le sorti di ogni regno: Valisthea è perennemente afflitta da guerre per il controllo dei cristalli, unico elemento capace di bloccare la piaga che sta devastando l'umanità.



Tra queste lotte di potere, la giovinezza di Clive viene purtroppo sconvolta da eventi che però non vogliamo anticiparvi. Nelle prime fasi di gioco viaggiamo, attraverso flashback, alla scoperta di personaggi e ambientazione. Fin da subito capiamo quanto questo mondo possa essere spietato, fin dove ci si possa spingere per la sete di potere. Clive ne porta i segni addosso e la sua vita è ormai votata alla sola vendetta. Quello che era un giovane promettente e speranzoso, è ormai un involucro quasi svuotato della sua umanità.



Alcuni incontri possono però cambiare la vita o, addirittura, il destino di tutta l'umanità. Cid e Jill, oltre ad essere già amatissimi dai fan, sono due dei principali artefici della rinascita di Clive. Ci sono, quindi, tutti gli ingredienti per un racconto di riscatto, di redenzione personale, di accettazione e di crescita. Un cammino che ci porterà inevitabilmente a sentirci sempre più vicini e innamorati di Final Fantasy XVI.




Il gameplay di Final Fantasy XVI



Dopo qualche passo falso, Square Enix ha dimostrato ancora di saperci fare quando si tratta di creare personaggi e mondi iconici. Ciò che invece ha lasciato molti perplessi, è senz'altro la parte giocata. Nei precedenti capitoli (remake inclusi) la componente ruolistica rimaneva comunque fondamentale, nonostante l'approccio sempre più action. In questo caso, invece, il taglio con il passato è netto: di GdR in questo titolo c'è poco, pochissimo. Per darvi un'idea più concreta, ci è sembrato di essere molto più vicini al recente Forspoken che a un qualunque Final Fantasy.



Ciò non è necessariamente un male: ci viene in mente, ad esempio, il cambiamento messo in atto dai nuovi episodi di Resident Evil. Il gameplay di Final Fantasy XVI non è qualcosa di mai visto prima, non innova e non scopre niente di nuovo, ma è sicuramente veloce e divertente. Dopo le prime fasi, un po' ripetitive a causa dei pochi poteri disponibili, ogni combattimento si lascia giocare che è un piacere. Concatenare combo e poteri, nonostante le molteplici possibilità, è semplice e soddisfacente. Un meccanismo molto più semplice da provare che da spiegare, ve l'assicuriamo.



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Le criticità, tuttavia, non mancano. Ad esempio, è stato ridotto all'osso il sistema di potenziamento del personaggio: dite addio a complesse scacchiere, a ore di pianificazione per assegnare i punti esperienza ottenuti con tanto sforzo in battaglia. Si può apprendere qualche nuovo attacco, potenziare ciò che già si conosce, ma in maniera molto superficiale. Essenziale anche la fase di potenziamento dell'equipaggiamento, sicuramente più accessibile e in grado di dare grandi soddisfazioni con pochissimo sforzo nel farming di materiali.



Bocciate, invece, le missioni secondarie. Banali, ripetitive, raramente in grado di impensierirci o di offrire ricompense davvero significative. Siamo lontanissimi dagli standard fissati da altri giochi di ruolo (chi ha detto Cyberpunk 2077?). Abbiamo invece apprezzato la divisione in aree del gioco: l'esplorazione non è tre le priorità, ve lo anticipiamo. Potremo viaggiare tra le diverse zone, più o meno vaste, con buona pace di open world enormi ma deserti. La scelta è azzeccata, commisurata alla quantità di attività secondarie da svolgere.



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Final Fantasy XVI è troppo facile?



Un'altra scelta discutibile è sicuramente quella legata alla difficoltà: si è voluto (giustamente) dare priorità alla narrazione, rendendo la sfida alla portata di tutti. Una scelta, probabilmente, dettata anche dal drastico cambio di gameplay. Così facendo, però, sono stati completamente ignorati i giocatori più smaliziati, in cerca di intrattenimento videoludico, oltre che di una bella storia. Un livello di difficoltà più equilibrato, e universalmente apprezzato dalla community, sarebbe anche presente ma è selezionabile solo dopo aver completato il gioco. Perché non renderlo disponibile fin dall'inizio?



Si è lavorato benissimo sugli aiuti, con pezzi di equipaggiamento volti a semplificare incredibilmente il gioco, curando con meno attenzione l'altra faccia della medaglia. Ma questo sedicesimo capitolo è così semplice come dicono? Basta premere il tasto d'attacco a ripetizione per vincere? La verità è ben lontana da certe affermazioni. Per quanto possa non essere un'impresa per chi è abituato al genere action, le battaglie di Final Fantasy XVI richiedono quasi sempre un certo livello d'attenzione. Dovrete presto imparare a schivare, unica possibilità difensiva a vostra disposizione, e a sfoderare combo e abilità con il giusto tempismo. Soprattutto nelle boss fight, è richiesta attenzione e un minimo di tecnica.



La presenza di quick time event nel corso delle battaglie principali contribuisce a semplificarle e a renderle più spettacolari, ma non in maneira così invasiva. Final Fantasy XVI non sempre accontenta tutti, non inventa nulla di nuovo e, di certo, non propone sfide impossibili. La sedicesima fantasia finale è però viva e, pur nella sua imperfezione, coraggiosa. Le avventure a Valisthea, pur distanziandosi dal passato per gameplay, sono quanto di più vicino si sia visto negli utimi anni a ciò che ha reso la saga di Final Fantasy leggendaria.




Graficamente sontuoso



Il nuovo motore grafico di Square Enix è subito impressionante per effetti speciali, in particolare nelle lotte tra gli Eikon. Gli scontri sono volutamente cinematografici e vengono perfettamente sorretti da un ottimo comparto tecnico. Siamo decisamente avanti rispetto al già citato Forspoken, anche se la strada verso la perfezione è ancora lunga. Alle pirotecniche battaglie tra divinità, si contrappongono modelli, animazioni e volti dei personaggi assolutamente da rivedere. Il sistema di illuminazione è però fantastico, capace di esaltare i dettagli di ogni ambientazione. In tal senso, a livello artistico siamo di fronte al solito colossal: tanti elementi presi dall'immaginario della saga, ma rielaborati in modo sapiente per offrirci un mondo fantasy tanto inedito quanto familiare.



Gli sviluppatori si sono dimostrati attenti, con la recente patch dedicata al motion blur, e siamo certi che nei prossimi mesi arriveranno tante altre ottimizzazioni. Per un'esperienza più fluida consigliamo la modalità framerate, sempre affidabile anche in termini di framerate e resa grafica. Impossibile non riservare una sezione di questa recensione alla localizzazione: per la prima volta nella storia, un Final Fantasy viene interamente doppiato in lingua italiana. Un lavoro straordinario, sempre coinvolgente ed emozionante. Era difficile anche solo immaginare qualcosa di meglio. Discorso analogo per la colonna sonora: uno dei pilastri della serie, anche stavolta è in grado di sorreggere e valorizzare l'intera epopea Square Enix.



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Il Platino di Final Fantasy XVI



Cacciatori di trofei rallegratevi! Conquistare il Platino di questo Final Fantasy è un'esperienza più lunga che impegnativa (soprattutto utilizzando l'equipaggiamento creato per facilitare il gioco). Un'ottantina di ore dovrebbero bastare a fare vostri tutti i trofei, considerando che dovrete completare l'avventura due volte. Per fortuna non ci sono trofei mancabili, a patto di non vendere i materiali rari per realizzare l'arma leggendaria Gotterdammerung. Se siete a caccia o volete capire quanto può essere impegnativa questa sfida, vi lasciamo alla nostra Guida ai Trofei di Final Fantasy XVI.




L'articolo Final Fantasy XVI – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

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15 luglio 2023 alle 17:10

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