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The Making of Karateka – Recensione

Abbiamo fatto un salto nella cameretta di un giovane Jordan Mechner per realizzare la recensione di The Making of Karateka. Il team di Digital Eclipse apre un nuovo ciclo, denominato Gold Master Series, in cui si propone di raccontare i grandi videogiochi del passato. Per farlo, parte da una delle opere più celebri, che ha formato e consacrato l'autore dell'amato Prince of Persia. Mettetevi comodi e iniziate con noi un viaggio nei ricordi.



La storia di Karateka



Quanto può essere complesso raccontare una storia? Che si tratti di un libro destinato a diventare un bestseller o di un nostro ricordo d'infanzia, trasmettere concetti a persone estranee, di diversa estrazione sociale e cultura, è sempre un'impresa difficile. I ragazzi di Digital Eclipse hanno però dimostrato una grande propensione in quest arte, riuscendo a confezionare pacchetti come Teenage Mutant Ninja Turtles: The Cowabunga Collection che permettono di vivere tutta la storia di una saga.



Con The Making of Karateka, però, il team tenta un'ulteriore evoluzione, avvertibile fin da subito. Il gioco si propone infatti prima di tutto come un documentario interattivo e solo in un secondo momento come una raccolta di videogiochi. L'intento di Digital Eclipse è quello di raccontare dapprima la storia di un giovane Jordan Mechner, dei suoi rapporti con la famiglia e i publisher, e solo in un secondo momento d'intrattenere i giocatori con Karateka e con tante altre chicche.



Realizzare una raccolta di vecchie opere adattate alle console di nuova generazione probabilmente è sembrato al team un compito fin troppo semplice: ecco perché una volta entrati nell'area documentaristica del titolo ci si trova di fronte a una mole incredibile di documenti e di filmati. Questi testimoniano, in cinque fasi distinte tra loro, l'evoluzione di un progetto divenuto rapidamente una pietra miliare nel mondo dei videogiochi. Come vedremo, i dati raccolti sono tantissimi: uno sforzo non da poco che però si dimostra una scelta vincente.



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Tra mele e asteroidi



Siamo nel lontano 1984, quando su Apple II appare la prima versione di Karateka ideata da Jordan Mechner. Salvare la bella la principessa Mariko dalle grinfie del perfido Akuma diventa la missione principale di tantissimi appassionati di videogiochi del tempo. Avventurarsi nel castello, sconfiggendo ondate di nemici ed evitando terribili trappole, il modo d'impegnare pomeriggi e serate, cercando di far sì che un esperto di karate senza nome potesse coronare il suo sogno d'amore.



Ma cosa si nasconde dietro tutto questo? The Making of Karateka ha come detto lo scopo di svelarci tutti i retroscena del gioco. Dai primi passi di un giovane Mechner, desideroso di concentrarsi sulla creazione di videogiochi piuttosto che sullo studio. Della decisione di creare una serie di opere spaziali per farsi le ossa e della decisione di una famiglia di appoggiare il proprio figlio, aiutandolo a realizzare il suo sogno. Tutto questo è racchiuso nei documenti raccolti da Digital Eclipse, in un documentario davvero ricco e a tratti commovente.



La scelta narrativa è stata quella di creare una timeline delle tappe più importanti della gioventù di Mechner, inserendo immagini a supporto, spiegazioni dei metodi utilizzati e soprattutto documenti originali come le lettere inviate all'editore originale, Brøderbund, che spinse l'autore a modificare alcune delle sue scelte, fino alla realizzazione di Karateka. La parte più “succulenta” per gli appassionati sono però le interviste video, che trasudano emotività e hanno il merito di rilassare i giocatori meno costanti nella lettura.




Il gameplay di The Making of Karateka



Abbiamo parlato approfonditamente della componente narrativa, senza soffermarci eccessivamente sul lato giocato di The Making of Karateka. Vogliamo però rassicurare tutti quei giocatori che badano al sodo: Digital Eclipse non si è dimenticata del divertimento, dunque in questa raccolta troverete tantissime versioni di Karateka, prototipi inediti e persino la versione rimasterizzata del gioco. Tanto da provare, quindi, in mezzo a tanto da guardare e leggere.



Anche per quanto riguarda i giochi, le decisioni prese dal team sono state impeccabili. Chi avrà voglia di scoprire con calma l'evoluzione dello stile di Mechner, potrà infatti seguire la timeline e provare nei giusti momenti storici tutti i titoli realizzati dall'autore. Chi invece preferirà concentrarsi sull'azione potrà fin da subito accedere alla galleria e sfogliare la libreria digitale di The Making of Karateka.



All'interno della ricca collezione allestita da Digital Eclipse trovano come detto spazio le principali versioni di Karateka, oltre a tre opere realizzate dall'autore: Star Blaster, Deathbounce e Asteroid Blaster. Non mancano nemmeno due versioni rimasterizzate, tra cui quella già citata di Karateka proposto in una versione più moderna. Tutte le opere sono realizzate con grande cura e, sebbene il gameplay sia invariato negli anni, la fluidità e la qualità delle immagini è davvero incredibile.



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La storia la fanno i vincitori



Diversamente da altre collezioni apparse in tempi recenti sul mercato, quindi, The Making of Karateka prova a emergere con delle soluzioni innovative, che mettono la storia al centro del progetto, anziché i videogiochi stessi. Affrontare le varie versioni di Karateka non è lo scopo, ma il mezzo che permette di capire gli sforzi fatti da Jordan Mechner per emergere in un settore complesso dell'industria, in cui l'idea giusta può portare al successo, quella sbagliata distruggere un sogno.



Il lato umano di The Making of Karateka è sicuramente quello che abbiamo maggiormente apprezzato, unitamente alla scelta di inserire tantissimi ricordi e far sì che i giocatori potessero notare certi dettagli in maniera più netta, supportati da spiegazioni in grado di motivare le scelte fatte dall'autore. Digital Eclipse si dimostra ancora una volta un vero maestro nella creazione di documentari interattivi e ci lascia con il desiderio di scoprire cosa verrà dopo.



Chiudiamo la nostra recensione parlando del lato tecnico del gioco. The Making of Karateka vanta una grafica pulita e decisamente adatta allo stile narrativo scelto, con una timeline chiara e mai troppo complessa. Altrettanto piacevoli le colonne sonore, così come di grandissima qualità sono i porting dei vari titoli su console di nuova generazione. Un plauso anche per la scelta di localizzare il gioco in italiano, decisione coraggiosa vista anche la mole di testi e di documenti presenti. Anche chi è meno abile con l'inglese potrà quindi godersi tutta la storia di Karateka.



Il Platino di The Making of Karateka



Sorpresa delle sorprese, Digital Eclipse ha deciso di creare un ricco elenco trofei per The Making of Karateka. Chi però spera in un Platino facile e alla portata di tutti dovrà ricredersi, dato che la lista non include coppe legate alla storia, ma solo al completamento dei vari titoli nella galleria. Oltre a dover finire tutti i giochi, sarà necessario completare una serie di azioni di miscellanea. Ma non è tutto: per arrivare alla coppa blu bisognerà completare anche tutte le sfide speciali di Karateka e Deathbounce. Una sfida per vere e proprie cinture nere dei trofei.




L'articolo The Making of Karateka – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

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10 settembre 2023 alle 17:00

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Sicuramente un titolo popolare negli USA al tempo, grazie all'Apple II, ma qui da noi mica tanto. Speriamo in scelte migliori per i prossimi titoli della serie.