Tails of Iron 2: Whiskers of Winter – Recensione
Dopo il successo del primo Tails of Iron, lo studio Odd Bug Studio ci riporta nel brutale mondo dei ratti guerrieri con Tails of Iron 2: Whiskers of Winter. Questa volta l'ambientazione si sposta nelle terre innevate del nord, dove un nuovo eroe, Arlo, si appresta a combattere contro una minaccia ancora più letale. Il sequel promette un'espansione delle meccaniche di gioco, con un combat system rifinito, nuove armi, abilità magiche e una narrativa più strutturata. Sarà all'altezza delle aspettative?
Il freddo inverno non risparmia nessuno
La trama di Tails of Iron 2 si apre con la devastazione del regno dei ratti da parte di un'antica forza che emerge dal gelo. Arlo, un giovane guerriero dal passato travagliato, si ritrova a dover radunare le forze superstiti per affrontare questa nuova minaccia. La narrazione mantiene il tono fiabesco e cupo del primo capitolo, con testi scritti che raccontano eventi drammatici e un narratore dalla voce profonda che aggiunge alla storia l'atmosfera da storia incantata. I personaggi, sebbene semplici, risultano ben caratterizzati e la loro evoluzione nel corso dell'avventura riesce a coinvolgerci e appassionarci.
Combattere, combattere e ancora combattere
Il gameplay rimane fedele alla formula originale, con combattimenti impegnativi in stile soulslike e un'attenzione particolare alla schivata e al parry. Rispetto al primo titolo, Whiskers of Winter introduce diverse novità che creano nuove modifiche negli scontri e ampliano le possibilità tattiche. Gli incantesimi elementali sono forse la più importante e permettono ad Arlo di usare abilità magiche legate agli elementi, offrendo approcci più strategici nei combattimenti. Il sistema di caccia ai mostri consente di affrontare creature uniche, le cui sconfitte garantiscono materiali rari per il crafting.
L'equipaggiamento è più vario e il cambio di armatura e armi diventa essenziale per adattarsi alle diverse situazioni. Potere creare e migliorare il proprio equipaggiamento è un buon stimolo per cercare i molti materiali presenti. L'esplorazione risulta più profonda, con mappe più vaste, percorsi alternativi, segreti da scoprire e quest secondarie che arricchiscono la longevità del gioco. Anche se queste non sono molto complicate e seguono un iter molto lineare, forse troppo…

Il feeling dei combattimenti rimane brutale e punitivo. Anche i nemici minori possono mettere in difficoltà se non si affrontano con la giusta strategia. I boss, punto di forza del titolo, sono impegnativi ma soddisfacenti da sconfiggere e propongono pattern unici, che richiedono un attento studio per essere superati. Ma se stentate ad andare avanti non vi preoccupate, potete cambiare in qualsiasi momento la difficoltà rendendo il combattimento una passeggiata. D'altro canto si può anche aumentare il tasso di minaccia, rinforzando i nemici e creando una vera e propria sfida all'ultimo sangue.
Non tutto è perfetto
La necessità di cambiare frequentemente equipaggiamento può spezzare il ritmo dell'azione, risultando a tratti macchinoso. Anche se è apprezzabile il fatto di poter equipaggiare immediatamente le armi e armature che troviamo, in modo che le migliori siano sempre indossate. Anche alcune animazioni a volte risultano piuttosto legnose, come ad esempio il salto, che è lentissimo e poco maneggevole da utilizzare.
Il backtracking, sebbene sia mitigato da un miglior level design, rimane presente e talvolta può risultare ripetitivo. Anche la difficoltà, pur essendo un marchio di fabbrica della serie, potrebbe scoraggiare i meno pazienti, soprattutto nelle fasi iniziali dove il protagonista è ancora molto vulnerabile.

Una fiaba che si realizza
Dal punto di vista artistico, Tails of Iron 2 è una gioia per gli occhi. Lo stile grafico disegnato a mano, con ambientazioni ricche di dettagli e le animazioni caratteristiche, trasmettono perfettamente l'atmosfera cupa e brutale del mondo di gioco. Gli effetti atmosferici, come la neve che si accumula sulle armature dei personaggi o il sangue che imbratta la terra, aggiungono un livello di immersività notevole.
La colonna sonora, seppur non invasiva, accompagna bene le varie fasi dell'avventura. I brani diventano più importanti e aulici nei momenti delle battaglie più impegnative, mentre troviamo tracce più malinconiche nelle sezioni narrative. Il doppiaggio del narratore rimane un elemento distintivo, con una voce profonda che amplifica la drammaticità della storia. I sottotitoli in italiano però potrebbero distrarre dall'azione sullo schermo. Infatti a volte non riusciamo a finire i lunghi testi da leggere che già i nemici ci attaccano o gli NPC fanno qualcosa degno di nota.
Trofeisticamente parlando: una bella sfida o forse no?
Riuscire a conquistare il trofeo di Platino di Tails of Iron 2: Whiskers of Winter sarà una bella impresa se giocato alla difficoltà predefinita o quella più brutale, mentre se abbassiamo il livello non sarà così impegnativa. Infatti tutti i trofei potranno essere racimolati giocando a qualsiasi difficoltà. Ciò aiuterà parecchio e non farà perdere troppo tempo a coloro che puntano solamente al trofeo più raro. In definitiva ciò che dovremo fare sarà finire il gioco e potenziare al massimo vari negozi della città, oltre a terminare tutte le missioni secondarie.
L'articolo Tails of Iron 2: Whiskers of Winter – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

sbrutagaz
Sembra bello.