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Kingdom Come: Deliverance II – Recensione

Kingdom Come: Deliverance II rappresenta il seguito attesissimo del celebre RPG storico che ha visto la luce con il primo capitolo, noto per il suo approccio realista e per l'attenzione maniacale ai dettagli storici. Warhorse Studios torna con un sequel che promette di ampliare e migliorare ogni aspetto dell'esperienza originale. Il titolo riprende la storia di Henry, il fabbro diventato guerriero, offrendoci un'avventura ancora più ambiziosa e dettagliata. Ma sarà riuscito a mantenere lo stesso equilibrio tra realismo, immersione e divertimento?



Una storia più ambiziosa e cinematografica



La trama di Kingdom Come: Deliverance II riparte dalle vicende del primo capitolo e si presenta come un'esperienza narrativa ambiziosa, spingendo Henry in un viaggio più maturo e complesso. Se nel primo titolo la sua trasformazione da semplice fabbro a guerriero era il fulcro della narrazione, questa volta la posta in gioco è ancora più alta. La trama appare più complessa e stratificata, con personaggi secondari che svolgono ruoli decisivi e missioni che spaziano dal combattimento diretto a situazioni di diplomazia e inganno. Il risultato si traduce in un mondo di gioco che si presenta più vivo e credibile.



Le cutscene, già apprezzate nel primo capitolo, sono state ulteriormente raffinate, grazie a un miglior uso della motion capture e un doppiaggio più convincente. Vendetta e senso dell'onore sono le leve che spingono Henry nelle sue azioni e nelle suo viaggio. La cosa davvero interessante è che potremo prendere un gran numero di decisioni per modificare, almeno in parte, l'esito della sua storia. Invece come affronteremo il gioco dipenderà interamente da noi e la libertà d'azione e l'immersività è davvero notevole.



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Nel medioevo non potevi scappare sempre, dovevi combattere



Uno degli aspetti più discussi del primo Kingdom Come: Deliverance era il sistema di combattimento, che poneva un forte accento sul realismo. Anche in questo sequel, Warhorse Studios ha mantenuto l'approccio basato sulla tecnica e la fisicità degli scontri. Il sistema di combattimento resta profondamente tattico: non si tratta solo di menare fendenti a caso, ma di studiare le aperture del nemico, usare la parata e il contrattacco al momento giusto e gestire la stamina con intelligenza.



Rispetto al primo capitolo, però, si nota una maggiore fluidità nei movimenti, una risposta più precisa ai comandi e una miglior gestione delle armi. Inoltre la telecamera durante il combattimento è stata riprogettata per seguire in maniera più dinamica l'azione. Le animazioni durante i duelli sono più curate, con un senso di impatto più realistico. Tuttavia, resta una curva di apprendimento piuttosto La curva di apprendimento rimane comunque piuttosto ripida: chi non ha pazienza di padroneggiare le meccaniche potrebbe trovare il sistema frustrante, soprattutto nelle prime ore di gioco.




Il mondo è un luogo affascinante



Sul fronte tecnico, Kingdom Come: Deliverance II mostra chiari progressi rispetto al predecessore. Il passaggio a un motore grafico più avanzato ha permesso di migliorare texture, illuminazione e dettagli ambientali, rendendo il mondo di gioco più realistico e affascinante. Le animazioni dei personaggi sono più fluide e credibili, e il livello di dettaglio di armi e armature raggiunge vette impressionanti.



La luce e le ombre giocano un ruolo fondamentale nell'evidenziare i dettagli architettonici e naturali della Boemia medievale. I raggi di sole che filtrano attraverso le finestre, i riflessi sulle armature e la resa dei materiali danno vita a un mondo che sembra quasi palpabile. Purtroppo alcune volte la luce gioca brutti scherzi e cambia l'illuminazione così all'improvviso, senza un motivo apparente. Nel complesso però possiamo dire che le numerose cutscene ora sono molto più gradevoli da seguire e risultano fatte a regola d'arte.



Tuttavia, permangono alcune problematiche tecniche. Sebbene il sequel sia più rifinito rispetto al primo capitolo al lancio, alcuni bug e glitch minori sono ancora presenti, in particolare nel comportamento dell'intelligenza artificiale e nella resa dei movimenti di alcuni oggetti o personaggi. Nulla di paragonabile ai problemi iniziali di Kingdom Come: Deliverance, che rendevano il gioco, prima delle patch correttive, quasi impossibile da giocare.Le problematiche di questo capitolo invece sono generalmente limitate a specifici contesti e non intaccano l'esperienza complessiva, dimostrando che il lavoro di ottimizzazione ha raggiunto risultati molto soddisfacenti.



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Di più e anche meglio



Uno degli aspetti che abbiamo più apprezzato del primo Kingdom Come: Deliverance era il suo approccio realistico alla sopravvivenza e alla progressione del personaggio. Nel sequel, questo elemento è stato ulteriormente rifinito. Il sistema di progressione è più bilanciato, evitando le situazioni in cui Henry risultava troppo debole nelle prime ore di gioco o eccessivamente potente nelle fasi avanzate.



Anche la gestione dell'inventario e dell'equipaggiamento è stata resa più intuitiva, con un'interfaccia migliorata e una gestione più fluida delle armi e delle armature. Il crafting e l'alchimia restano componenti chiave del gioco, ma risultano più accessibili rispetto al primo titolo, senza però perdere la loro profondità. Questi antichi mestieri ci impegneranno per parecchie ore e cercare nuove ricette o progetti per armi e armature sarà oltre che molto divertente anche molto utile durante il proseguo della storia.



Un altro aspetto da sottolineare è che il mondo di Kingdom Come: Deliverance II non si limita a offrire un ambiente visivamente piacevole, ma si espande anche a livello interattivo. I villaggi, le città e le campagne della Boemia medievale sono stati popolati da una varietà di personaggi che reagiscono in maniera più dinamica alle azioni del protagonista. La reputazione di Henry gioca un ruolo fondamentale, influenzando le relazioni con NPC e aprendo o chiudendo possibilità di missioni secondarie e dialoghi.



Anche dal punto di vista sonoro il nuovo capitolo non delude. La colonna sonora, composta da temi orchestrali che richiamano l'epoca medievale, si integra perfettamente con l'atmosfera del gioco, creando momenti di intensa emozione sia durante le sequenze narrative che nei combattimenti. I doppiaggi, migliorati rispetto al titolo originale, permettono una maggiore immersione nei dialoghi e nelle interazioni, anche se in alcune situazioni la recitazione può apparire ancora un po' troppo teatrale per un contesto che punta al realismo assoluto.



Trofeisticamente parlando: se ti immergerai con una coppa emergerai



Andare alla conquista del trofeo di Platino di questo titolo non sarà una passeggiata, in quanto ci sono tante coppe mancabili. Se vorrete evitare di dover fare una seconda run, fareste bene a leggere attentamente il nostro elenco dei trofei e capire quando rigiocare le sezioni della storia che potrebbero darvi i trofei che vi serviranno per aggiungere la massima ricompensa.




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14 febbraio alle 17:00

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