Maschere e ombre a Shibuya: Persona 5 un viaggio psicologico tra Jung, Arcani e cultura giapponese
La celebre saga di Atlus, Persona, non è semplicemente un franchise videoludico di successo; è un'opera stratificata che intreccia con maestria psicologia analitica, simbologia esoterica e la vibrante cultura giapponese contemporanea. In particolare, Persona 5 si distingue per la sua profonda esplorazione della psiche umana, attingendo a piene mani dai concetti di Carl Gustav Jung (Kesswil, 26 luglio 1875 – Küsnacht, 6 giugno 1961), dalla ricca iconografia dei Tarocchi e dalle dinamiche sociali uniche del Giappone moderno.
Attraverso una narrazione avvincente e meccaniche di gioco innovative, Persona 5 invita i giocatori a confrontarsi con le proprie maschere sociali, a scrutare nell'ombra della propria interiorità e a intraprendere un percorso di individuazione. Ma come si manifestano concretamente questi concetti all'interno del gioco e quale risonanza hanno nella nostra realtà quotidiana?
Per la scrittura di questo articolo ringraziamo il Dott. Adriano Gervasoni, psicologo certificato e specializzato in psicologia digitale e dei videogiochi, per averci fornito la sua professionalità e conoscenze senza le quali questo articolo non avrebbe potuto essere realizzato.
Maschere e Identità: Il Concetto di Persona nel Gioco e nella Vita
Il nucleo della teoria junghiana della persona come “maschera” sociale (Jung, The archetypes and the collective unconscious, 1959) trova una rappresentazione vivida in Persona 5. Nella psicologia analitica, la persona è la facciata sociale che presentiamo al mondo, un ruolo che interpretiamo per navigare le interazioni sociali e ottenere accettazione. Questa dinamica è universale, manifestandosi in contesti lavorativi competitivi dove individui pacifici adottano comportamenti aggressivi, o tra adolescenti che si conformano alle norme del gruppo per sentirsi parte.
Persona 5 visualizza questo concetto attraverso i suoi protagonisti, studenti liceali che conducono una doppia vita come i “Phantom Thieves of Hearts”. La loro capacità di evocare “Personas” – manifestazioni fisiche dei loro io interiori – sottolinea la dissonanza tra la loro identità pubblica e la loro vera natura. Il gioco ci spinge a riflettere: quanto della nostra identità è autentico e quanto è una costruzione sociale?
Il concetto di maschera sociale non è esclusivo di Jung. Goffman (Goffman, The presentation of self in everyday life, 1959) descrisse la vita sociale come una rappresentazione teatrale, dove ognuno recita un ruolo in base al contesto. Anche la teoria freudiana delle istanze psichiche (Es, Io e Super-Io) suggerisce che una parte significativa della nostra identità visibile è plasmata dalle pressioni sociali. Persona 5 ci ricorda che, sebbene la persona sia essenziale per la convivenza, può anche diventare una prigione, limitando la nostra autenticità.
L'Ombra: Il Confronto Interiore con il Sé Rimosso
Se la persona è la maschera, l'ombra rappresenta ciò che celiamo dietro di essa. Per Jung (Jung, Psychology and alchemy, 1944), l'ombra è il lato oscuro della nostra personalità, un deposito di impulsi, desideri e aspetti di noi stessi che rifiutiamo perché socialmente inaccettabili. Questa ombra si manifesta attraverso la proiezione (attribuire agli altri tratti che non accettiamo in noi), la repressione della rabbia o il desiderio di ciò che la nostra morale disapprova.
In Persona 5, i protagonisti si confrontano ripetutamente con le loro ombre, che emergono come entità ostili rivelando verità scomode. Questo rispecchia il processo di individuazione junghiano, in cui l'integrazione dell'ombra è cruciale per la maturazione psicologica. Il “confronto con il sé”, come lo definiva Jung, implica accettare i propri impulsi nascosti per diventare individui autentici. I protagonisti di Persona 5, attraverso il loro percorso di crescita, incarnano questa dinamica, oscillando tra un sé pubblico e un sé nascosto che necessita di riconoscimento per un vero progresso psicologico.
Anche Sigmund Freud parlava del rimosso, quegli impulsi inconsci che la società ci impone di soffocare, influenzando il nostro comportamento in modi spesso imprevedibili. Carl Rogers (Rogers, On becoming a person: A therapist's view of psychotherapy, 1961) sottolineava l'importanza dell'auto-accettazione per una personalità autentica, un concetto affine all'integrazione dell'ombra di Jung. Riconoscere e accettare tutte le parti di sé, comprese quelle giudicate negative, è fondamentale per raggiungere la congruenza psicologica. L'incontro con l'ombra in Persona 5, seppur impegnativo, diventa una risorsa per la crescita personale, rendendo tangibile un concetto altrimenti astratto.
Gli Arcani Maggiori: Un Viaggio Simbolico Attraverso la Psiche
Un elemento distintivo di Persona 5 è l'uso degli Arcani Maggiori dei Tarocchi come simboli del percorso di crescita psicologica dei protagonisti. Jung (Jung, Psychology and alchemy, 1944) considerava gli arcani come immagini archetipiche di esperienze umane universali, riflettendo le fasi fondamentali della psiche. I Tarocchi, in questo contesto, rappresentano le tappe della maturazione interiore, dalla scoperta di sé al superamento delle avversità fino alla realizzazione dell'identità autentica.
In Persona 5, il protagonista inizia il suo viaggio come Il Matto, simbolo di un nuovo inizio e dell'inesperienza. Ogni fase del gioco vede i personaggi interagire con diversi arcani: affrontare le incertezze (La Luna), superare le crisi (La Torre) o raggiungere la consapevolezza (Il Sole). Ogni arcano non è solo un simbolo, ma anche una sfida da affrontare nel cammino verso l'autenticità.
L'interazione con figure come La Papessa, simbolo della conoscenza inconscia e della saggezza interiore, e L'Imperatrice, che rappresenta la capacità di creare la propria realtà, riflette l'esigenza di esplorare le profondità psichiche e integrare questi aspetti interiori (Jung, The archetypes and the collective unconscious, 1959). Jung vedeva nei Tarocchi una “mappa dell'anima”, un racconto visivo delle sfide e delle trasformazioni che ogni individuo affronta. Arcani come Il Giudizio o Il Mondo simboleggiano la fase finale del processo di individuazione, un percorso di consapevolezza e rinnovamento che i protagonisti di Persona 5 intraprendono, culminando in una nuova visione di sé e del mondo.
Cultura Giapponese e Psicologia Occidentale: Un Dialogo Culturale
Persona 5 offre un'affascinante fusione tra elementi della cultura giapponese e concetti della psicologia occidentale. La cultura giapponese tradizionale enfatizza l'importanza della comunità e dell'armonia collettiva, in contrasto con la visione più individualista della psicologia occidentale. Questa tensione arricchisce la narrazione del gioco, offrendo spunti di riflessione profondi.
Nella società giapponese, la cooperazione, la responsabilità condivisa e la ricerca del consenso sono valori fondamentali che si riflettono nelle interazioni dei protagonisti di Persona 5. Sebbene ogni personaggio affronti sfide interiori individuali, il processo di crescita avviene sempre all'interno di un contesto sociale e relazionale. L'interazione con gli altri non è solo un aspetto del gioco, ma una parte essenziale del percorso di maturazione.
Questo approccio collettivo alla crescita si contrappone in parte all'enfasi occidentale sul “sé” autonomo. Per Jung (Jung, The archetypes and the collective unconscious, 1959), l'individuazione è un processo di realizzazione del proprio potenziale autentico attraverso il confronto con le parti nascoste di sé. Tuttavia, Persona 5 mostra come l'individuo non sia mai completamente isolato dal contesto sociale. La comunità diventa una risorsa per l'evoluzione psicologica, e la sinergia tra i Phantom Thieves dimostra come, anche in un contesto collettivo, l'autorealizzazione passi attraverso il confronto con la propria psiche e la propria ombra.
In questo senso, Persona 5 presenta una visione della psicologia che integra prospettive apparentemente distanti. La psicologia occidentale, con il suo focus sull'individuo, si unisce alla filosofia giapponese, che considera le relazioni sociali essenziali per l'equilibrio interiore. La serie suggerisce che la crescita personale non è un viaggio solitario; il supporto, il confronto e la cooperazione con gli altri sono fondamentali per raggiungere una vera consapevolezza di sé. La cultura giapponese, con la sua enfasi sull'interconnessione, si sposa con la visione di Jung, che pur concentrandosi sull'individuo, riconosceva l'importanza del contesto sociale e culturale.
Un Viaggio Interattivo nella Psiche Umana
In definitiva, Persona 5 non è solo un videogioco coinvolgente, ma un'esperienza interattiva che stimola la riflessione sulla crescita personale, sulla gestione delle paure e sulla ricerca dell'equilibrio interiore. La sua capacità di intrecciare concetti psicologici complessi con una narrazione avvincente e meccaniche di gioco innovative lo rende un'opera unica nel panorama videoludico.
La saga, pur essendo profondamente radicata nella cultura giapponese, affronta temi universali come la lotta con la propria ombra, il bisogno di accettazione e l'importanza delle relazioni nel nostro percorso di crescita. Persona 5 continua a risuonare con i giocatori che hanno vissuto o stanno vivendo il processo di individuazione, la scoperta di sé e della propria strada, con tutte le sue sfide e i suoi momenti di illuminazione.
Come Persona 5 ci insegna, la sfida è conciliare il nostro sé più profondo con il mondo che ci circonda. E forse, la crescita non è mai un viaggio solitario. Ogni passo, ogni relazione, contribuisce al nostro cammino verso una versione più completa di noi stessi, un viaggio continuo che ci aiuta a comprendere meglio chi siamo e cosa vogliamo.