Patapon 1+2 Replay – Recensione
A distanza di ben 17 anni dalla sua prima apparizione, Bandai Namco ripropone Patapon e il suo seguito nella raccolta Patapon 1+2 Replay, che abbiamo analizzato per voi in una ricca recensione. Trasportati su console casalinghe dalla cara, vecchia PSP, questi due titoli sono pronti a regalarvi un'esperienza unica, fatta di esplorazione, combattimenti e tanto ritmo. Preparate i tamburi, perché la tribù ha bisogno di voi!
Pata pata pata pon
Quando, nel febbraio del 2008, Pyramid e Sony pubblicarono su PlayStation Portable l'affascinante Patapon, fecero la felicità degli appassionati di rhythm game. Dietro a meccaniche apparentemente semplici, fatte di sequenze sonore ripetute, si nascondeva infatti un titolo vivo e pulsante, con una storia di rivalsa e rinascita e tanti elementi di pregio. Il successo del gioco spinse il titolo a pubblicare non uno, ma ben due seguiti. Patapon 2 ebbe il merito d'introdurre una serie di novità nella gestione della tribù, mentre il terzo capitolo introdusse elementi dungeon crawler e collaborativi.
Giungiamo così al 2025, anno in cui Bandai Namco ha deciso di recuperare i primi due episodi della serie (ignorando misteriosamente il terzo) per portarli su PlayStation 5. Sfruttando le moderne tecnologie, l'esperienza originale è stata resa più fluida e affinata, per offrire ai giocatori due opere al passo coi tempi. La storia, quella sì, è rimasta uguale: in Patapon si vestiranno i panni niente meno che dell'Onnipotente, una divinità in grado di impartire ordini alla tribù dei Patapon mediante l'uso di speciali tamburi. Le creature monocolari sono cadute in disgrazia dopo anni di glorie, ma sono desiderose di ritornare agli antichi fasti. L'obiettivo sarà quello di raggiungere una sorta di Terra Promessa, dove si troverà una “cosa” che scopriremo solo al termine del percorso.
Patapon 2 riprende l'evoluzione della tribù dove l'avevamo lasciata: i Patapon ormai tornati potenti vogliono espandersi. Navigheranno tra mille peripezie alla ricerca di mondi da colonizzare, sfruttando l'aiuto di un Eroe che potremo personalizzare proseguendo nella campagna. Anche qui, tutto ruota attorno alla nostra capacità di usare i tamburi per impartire ordini, mischiando dinamiche tipiche dei rythm games ad altre più strategiche e gestionali.
Il gameplay di Patapon 1+2 Replay
Ma come potremo diventare delle divinità all'altezza delle ambizioni dei Patapon? Entrambi i capitoli della saga vantano le medesime meccaniche di gioco, seppur con alcune varianti. Di base, ci verranno insegnati dei comandi da impartire mediante una sequenza di suoni riproducibili con i tamburi. Ognuno sarà assegnato a uno dei quattro tasti frontali: inizialmente avremo due suoni, ma ne sbloccheremo di nuovi proseguendo la campagna. Potremo eseguire una sequenza specifica per far muovere e attaccare i Patapon, ma non solo. Dopo ogni sequenza, i nostri seguaci canteranno, inframezzando i nostri comandi.
Questa sequenza di azione – reazione va ripetuta per superare i livelli bidimensionali, in cui faremo avanzare i Patapon e li faremo combattere contro tribù avversarie, animali e persino potenti mostri. L'aggiunta di suoni introduce ovviamente comandi avanzati, che potremo mischiare per eseguire ulteriori azioni. Con il giusto ritmo inoltre andremo in combo fino a entrare in modalità Fever, aumentando l'efficacia e la potenza delle mosse eseguite. Tutto funziona bene adesso come in passato, proponendo un'esperienza ritmica non radicale come ad esempio in Metal: Hellsinger ma sicuramente coinvolgente.
Il primo capitolo di Patapon risulta in questo senso il più ripetitivo tra i due, nonostante siano presenti sfide secondarie e soprattutto la possibilità di ingrandire e potenziare il proprio esercito. Dopo ogni missione torneremo all'hub principale, dove potremo sfruttare le risorse per creare ad esempio nuove tipologie di truppe, oppure assegnare loro l'equipaggiamento trovato durante gli scontri. La componente gestionale è molto ridotta, ma non per questo meno importante, soprattutto nelle fasi avanzate.

Per vuoi sono un Dio
Il discorso si fa più interessante cimentandosi in Patapon 2. Le novità sono ridotte ma sostanziali, con l'aggiunta ad esempio di un Eroe che farà da leader sul campo di battaglia. Potremo specializzarlo e migliorarlo, per far sì che diventi uno strumento in grado di ribaltare rapidamente le sorti di uno scontro. In questo senso, il lavoro svolto da Pyramid è stato mantenuto in toto, riproponendo anche su PlayStation 5 l'esperienza originale vissuta su PSP. La raccolta Replay non introduce infatti nessuna modalità aggiuntiva o variazione sul tema.
Il lavoro di Bandai Namco si è concentrato nella trasposizione, per proporre delle texture più pulite e dettagliate. Entrambi i giochi sono andati incontro anche a un grosso lavoro per adattare il tutto agli schermi dei televisori, decisamente più larghi del piccolo display di PlayStation Portable. Sia Patapon 1 che Patapon 2 risultano inolte molto più fluidi, il che garantisce fasi ritmiche impeccabili in cui gli errori saranno legati esclusivamente alla nostra mancanza di senso musicale. Si tratta inoltre di giochi “invecchiati bene”, le cui meccaniche non risentono eccessivamente del peso degli anni. Riaffrontarli su console fissa sarà un vero piacere, sopratutto a distanza di così tanto tempo.
Anche la grafica di entrambi gli episodi rimane molto piacevole e colorata, così come il comparto audio che con i vari “Pata” e “Pon” accompagnati dal rumore dei tamburi crea un'atmosdera davvero unica. Interessante l'aggiunta di tre livelli di difficoltà, per adattare l'esperienza a giocatori di qualsiasi livello. Il tutto non snatura comunque un titolo che si mantiene fedele alla versione originale. Permane quindi, sotto questo aspetto, una certa ripetitività di fondo. Chi non ama i rhythm game sincopati potrebbe trovarsi spiazzato da quanto Patapon ha da offrire.
Il Platino di Patapon 1+2 Replay
Tra le aggiunte e le migliorie apportate ai due capitoli di Patapon, non poteva ovviamente mancare una corposa lista trofei. Il team ha scelto di crearne una unica per entrambi i titoli, inserendo però anche uno scintillante Platino come ricompensa. Per sbloccarlo, non sarà fortunatamente necessario diventare dei fenomeni del ritmo. Sarà possibile giocare a qualsiasi livello di difficoltà, ricevendo molte delle coppe proseguendo semplicemente nella campagna. Un paio di sfide sono più impegnative, ma nulla di traumatico soprattutto per chi ha già affrontato il titolo su PSP. Un Platino quindi divertente e alla portata di tutti coloro che vogliono aiutare la tribù dei Patapon.
L'articolo Patapon 1+2 Replay – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

alfaalex
Pata Pata Pata Pon! Adoooooooro! Voglio la versione fisica!