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Destiny 2 I Confini del Destino Recensione

Destiny 2 I Confini del Destino si trova in una posizione invidiabile ma al contempo pericolosa. Dopo la fenomenale conclusione della saga Luce e Oscurità con La Forma Ultima, Bungie è di fronte a una domanda cruciale in merito alla direzione verso cui dirigere il proprio decennale franchise.
Destiny 2 I Confini del Destino Recensione
Questa espansione rappresenta il primo, audace passo in una direzione completamente nuova, un tentativo di ridefinire l'identità di Destiny 2 dopo aver chiuso un capitolo così monumentale, un brancolare nel buio, un'opportunità per innovare, ma anche un rischio di perdere definitivamente la rotta. La sfida non è solo nel design del gioco, ma nel tracciare una visione chiara per il futuro di un universo che ha appena detto addio alla sua storia principale.



Se c'è un aspetto in cui I Confini del Destino brilla è la sua narrazione. Nonostante un avvio un po' zoppicante, soprattutto per quel che riguarda l'introduzione in maniera estremamente forzata di nuove meccaniche nelle prime ore, la trama si rivela sorprendentemente avvincente. L'espansione riesce a lanciare con successo la nuova saga del Destino, svelando misteri sui Nove, che assumono un ruolo mai raggiunto prima.



Il vero gioiello narrativo è Lodi, un nuovo personaggio avvolto nel mistero del viaggio nel tempo che, senza voler spoilerare troppo, offre un retroscena inaspettato ad un volto storico di Destiny. La sua evoluzione e le sue lotte interiori sono gestite con maestria, dimostrando l'abilità del team di Belleuve nel costruire grandi character.



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Con ben quattordici missioni, la campagna è più estesa di molte precedenti, caratterizzata da non linearità e da un ritmo più lento e compassato, con tanto da esplorare. Bungie ha tentato meccaniche inaspettate e una direzione sperimentale, un coraggioso tentativo di innovazione.



La qualità della narrazione, però, non si traduce sempre in un gameplay all'altezza. Le meccaniche forzate e i boss riciclati finiscono per diluire l'impatto di una trama altrimenti avvincente, trasformando un'esperienza potenzialmente epica in un percorso a ostacoli frustrante.



La campagna è interessante per la sua storia, non per il suo gameplay intrinseco. Un neo non da poco è rappresentato dal fatto che l'espansione non riprende direttamente da La Forma Ultima e richiede di aver seguito i precedenti contenuti stagionali per una piena comprensione della trama, rendendo l'ingresso per i nuovi arrivati certamente meno agevole rispetto alle attese.
Le Nuove Meccaniche: Un Potenziale Inespresso
I Confini del Destino introduce nuove meccaniche esclusive del pianeta Keplero: Matterspark (simile per concept alla morfosfera di Metroid), Mattermorph (abilità che permette di spostare alcuni elementi dell'ambiente di gioco) e Relocator (un cannone al plasma che consente di creare percorsi/teletrasportarsi).



Queste skill rappresentano un rischio e un tentativo di ridefinire il gameplay di Destiny 2, allontanandosi dalla sola dipendenza dal gunplay. Matterspark, in particolare, offre nuove e divertenti possibilità di traversata e combattimento.



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L'implementazione di queste nuove meccaniche, tuttavia, il più delle volte avviene artificiosamente, interrompendo il flusso dell'azione. La sensazione è che Bungie abbia voluto mostrare le nuove funzionalità senza riuscire ad esprimere appieno tutta la loro potenziale utilità legata all'arricchimento del canovaccio di gioco.



Neanche Keplero convince appieno, essendo visivamente non all'altezza di molti altri pianeti, caratterizzato da percorsi lunghi e pochi punti di viaggio rapido. La maggior parte dei nemici e dei boss sono copie carbone di quelli già incontrati per anni, con poche nuove aggiunte che hanno un impatto minimo sul gameplay.
L'Endgame: Il Grind che Non Ti Aspetti
L'endgame de I Confini del Destino propone un raid per sei giocatori chiamato Il Deserto Perpetuo e le consuete sfide stagionali, settimanali o giornaliere. Il raid, sebbene sia caratterizzato dalla possibilità di affrontare gli encounter nell'ordine che si desidera, certamente non è il migliore mai realizzato da Bungie.



Presenta boss già visti e ambienti che riutilizzano asset da aree precedenti. Anche le meccaniche non esaltano. Le attività supplementari e le missioni secondarie sono spesso noiose e si riducono soventemente a quest di recupero.



Il Portale, il nuovo hub disegnato da Bungie per rappresentare le principali attività disponibili, sebbene utile per identificare l'equipaggiamento di alto livello, offre solo una piccola selezione di attività e non elimina la necessità di consultare la directory principale.



Come se non bastasse, il grind per il livello di potere è tornato con forza, con il reset del livello che fa sentire inutile anni di lavoro e migliaia di ore di gioco.



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Verdetto: Un Passo Avanti o Indietro?
Destiny 2 I Confini del Destino non è la peggiore espansione di Destiny 2, ma non è neppure all'altezza di molte delle espansioni pubblicate nel recente passato.



La narrazione è un punto di forza indiscusso, con una storia ambiziosa che lancia una nuova saga e l'introduzione di personaggi memorabili come Lodi. Le nuove meccaniche di gameplay, sebbene imperfette, rappresentano un coraggioso tentativo di innovazione e diversificazione.



La campagna è tuttavia minata da una realizzazione monotona e dall'implementazione soventemente forzata delle nuove abilità. L'endgame soffre di contenuti riciclati nel raid e di un ritorno del grind di potere che stanca i veterani e non offre incentivi sufficienti per la ripetizione. La nuova destinazione, Keplero, lascia abbastanza interdetti.



Il futuro di Destiny 2 dipenderà da come Bungie affronterà i feedback su queste nuove meccaniche e sul grind, e come svilupperà i contenuti stagionali futuri per mantenere l'interesse della sua base di giocatori.



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28 luglio alle 08:30