Ludomedia è il social network per chi ama i videogiochi. Iscriviti per scoprire un nuovo modo di vivere la tua passione.

Lost Eidolons: Veil of the Witch – Recensione

Lost Eidolons: Veil of the Witch è il nuovo progetto di Ocean Drive Studio, team sudcoreano che si è fatto conoscere nel 2022 con Lost Eidolons, un RPG tattico a turni che ha attirato l'attenzione degli appassionati del genere per il suo approccio classico ma curato. Con Veil of the Witch, lo studio torna nello stesso universo narrativo, ma questa volta sperimenta con una formula diversa: un ibrido tra strategico a griglia e roguelite, pensato per offrire partite più dinamiche, un ritmo di gioco meno legato alla sola componente narrativa e un loop di progressione costante.



L'obiettivo di Ocean Drive Studio con questo spin-off è proprio quello di dare nuova linfa al genere, puntando su run brevi, rigiocabilità e scelte che plasmano la crescita del party e la difficoltà degli scontri. Una scelta che riflette la volontà del team di ascoltare i feedback della community e al tempo stesso di differenziarsi rispetto al loro titolo precedente, mantenendo però intatto il cuore strategico che li contraddistingue.



Tra naufragi e divinità: la storia di Ashe



L'ambientazione di Lost Eidolons: Veil of the Witch è segnata da atmosfere cupe e misteriose. Il protagonista, Ashe (un nome che il giocatore può modificare), prende parte a una spedizione a bordo della nave mercantile Il Redentore. Un violento naufragio lo conduce in un limbo sospeso tra la vita e la morte, dove incontra una figura enigmatica conosciuta come la Strega del Crocevia. In seguito si scoprirà che il suo vero nome è Sable, una divinità dai fini ambigui, che propone un patto: diventare suo Campione in cambio del potere necessario a reclamare ciò che ha perduto.



Accettata l'offerta, Ashe si risveglia su un'isola sconosciuta, privo di ricordi eccezion fatta per il proprio nome. Qui incontra due sopravvissuti che diventeranno presto alleati: Evie, una sacerdotessa nativa dell'isola, e Marco, un guerriero burbero ma affidabile. Insieme affrontano i primi pericoli, tra cui un attacco di non morti che li costringe a rifugiarsi nella città più vicina. È proprio lì che si uniranno altri due compagni d'avventura, ampliando il gruppo e dando il via a un viaggio che li condurrà a scoprire i segreti dell'isola e i veri intenti della divinità che li osserva dall'ombra.



Il racconto si sviluppa attraverso un intreccio fatto di incontri, memorie frammentate e sfide sempre più impegnative. La morte stessa è parte integrante della trama: ogni volta che il protagonista cade, il legame con la Strega del Crocevia si rafforza, intrecciando il ciclo delle run con la progressione narrativa. Questo permette di scoprire dettagli nascosti, flashback e verità che non emergono in una sola partita, rendendo il viaggio non solo una lotta per la sopravvivenza ma anche una ricerca di identità e significato.



https://www.playstationbit.com/wp-content/uploads/2025/09/WhatsApp-Image-2025-09-29-at-04.44.172.jpeg



Strategia e casualità: il cuore del gameplay



Come in ogni RPG tattico, anche in Lost Eidolons: Veil of the Witch la prima scelta riguarda la composizione del party, formato da cinque personaggi, ciascuno con caratteristiche uniche e la possibilità di equipaggiare una doppia arma. Su queste basi, il titolo innesta però una struttura più originale: quella del roguelike, che scandisce il ritmo di gioco attraverso run sempre diverse e un sistema di scelte strategiche.



All'inizio di ogni partita ci troviamo davanti a una mappa ramificata, fatta di strade alternative da intraprendere. Ogni percorso porta a ricompense differenti, che possono essere semplici bottini o scontri obbligati contro i nemici. Prima di iniziare, un misterioso corvo — personaggio che impareremo a conoscere run dopo run — ci consegnerà una reliquia. Questi oggetti sono fondamentali: alcuni potenziano direttamente una classe del party, altri modificano dinamiche generali, come la possibilità di recuperare 10 PV a inizio turno per tutti i membri.



I combattimenti si svolgono su mappe a griglia, con ogni unità che occupa una casella e con nemici di grandi dimensioni in grado di occuparne persino più di una. L'obiettivo varia, ma spesso si tratta di eliminare tutte le unità avversarie, sfruttando debolezze specifiche legate ad armature o classi.



Una meccanica particolarmente interessante riguarda i nemici di grossa taglia: colpendoli con armi contrassegnate da icone specifiche è possibile infliggere danni doppi o tripli, rendendo la gestione del party e dell'equipaggiamento una componente cruciale nelle battaglie più ostiche.



Man mano che si avanza emergono nuovi spunti narrativi e i personaggi del gruppo rafforzano i loro legami reciproci. Questi rapporti, oltre al valore narrativo, influenzano anche il combat system, introducendo bonus e sinergie che possono ribaltare l'esito di uno scontro.



Alla fine di ogni battaglia si ottengono delle pietre di potenziamento, risorse fondamentali per migliorare l'equipaggiamento. Ogni pietra ha un'affinità particolare con un certo tipo di arma o armatura, costringendo il giocatore a gestirle con attenzione per massimizzare la forza del proprio party.



https://www.playstationbit.com/wp-content/uploads/2025/09/WhatsApp-Image-2025-09-29-at-04.44.171.jpeg



Legami e crescita oltre le spedizioni



Se durante le spedizioni Veil of the Witch mette alla prova le capacità tattiche e l'adattabilità del giocatore, una parte altrettanto importante della progressione si svolge lontano dal campo di battaglia. Pelikos, la città di partenza, non è soltanto un hub narrativo, ma un vero e proprio punto nevralgico dove dare forma alla propria avventura. Qui è possibile trascorrere del tempo con i compagni alla locanda, rafforzando i legami che non restano confinati alla narrazione, ma influenzano anche l'efficacia del party in combattimento. Allo stesso tempo, si possono reclutare nuovi personaggi, ampliando le possibilità strategiche del gruppo, tutto questo dopo aver fatto un tracciamento per trovarli.



Il fulcro della crescita, però, ruota attorno alle braci recuperate durante le spedizioni da utilizzare nell'Altere del fuoco. Queste risorse vanno investite in un albero delle abilità ampio e ben strutturato, che incarna la vera essenza della progressione del gioco. A differenza di molti altri titoli, Veil of the Witch non consente di specializzarsi in un solo ramo per diventare rapidamente sovrapotenziati: per sbloccare i livelli successivi è infatti necessario distribuire i potenziamenti in maniera equilibrata, con un sistema che richiede una, due e poi tre abilità per ramo man mano che si procede.



Questo approccio garantisce uno sviluppo organico e bilanciato, evitando scorciatoie e favorendo la costruzione di un party versatile, capace di fronteggiare situazioni sempre diverse. L'impressione generale è quella di una crescita lenta ma tangibile, che restituisce al giocatore un senso di conquista progressiva e si integra perfettamente con la natura roguelike del titolo.



Infine i nostri personaggi potranno anche ascendere o cambiare classe, questo oltre a darci un'ulteriore senso di progressione ci darà anche la possibilità di aggiungere una varietà non da poco.



https://www.playstationbit.com/wp-content/uploads/2025/09/lost-eidolons-veil-of-the-witch-official-early-access-announ_mxb5.1280.jpg



Atmosfera e tecnica: un mondo che prende vita



Dal punto di vista tecnico, Lost Eidolons: Veil of the Witch è sviluppato con Unity e si presenta con un design piuttosto curato. Le ambientazioni e le mappe di gioco risultano dettagliate e atmosferiche, mentre i modelli dei personaggi sono convincenti e ben integrati nello stile complessivo del titolo.



Le sezioni di dialogo optano per una presentazione semplice: i personaggi compaiono staticamente a schermo e il giocatore interagisce attraverso testi principalmente obbligati. È una soluzione funzionale, che non distrae dall'anima roguelike e strategica del gioco, ma che limita un po' la spettacolarità narrativa.



Sul piano delle prestazioni, la versione testata su PlayStation 5 standard garantisce fluidità costante, senza cali di framerate neppure nei combattimenti più affollati. La stabilità si conferma dunque uno dei punti forti dell'esperienza.



Merita una menzione anche la colonna sonora, capace di adattarsi bene alle diverse situazioni: ritmata e tesa durante le battaglie, più delicata e atmosferica nei momenti di esplorazione o dialogo.



Infine, per quanto riguarda la localizzazione, il gioco è completamente sottotitolato in italiano, scelta che rende l'esperienza più accessibile a un pubblico ampio. Il doppiaggio rimane invece disponibile solo in inglese.



https://www.playstationbit.com/wp-content/uploads/2025/09/WhatsApp-Image-2025-09-29-at-04.44.17.jpeg



Una sfida per pochi: il cammino verso il Platino



Conquistare il Platino di Lost Eidolons: Veil of the Witch non sarà affatto un'impresa semplice. Già di base il titolo presenta un livello di difficoltà che non tutti i giocatori troveranno accessibile, ma i trofei spingono ulteriormente a mettere alla prova le proprie capacità.



Oltre a dover completare il gioco e sbloccare tutti i personaggi disponibili, per arrivare al trofeo massimo sarà necessario portare a termine spedizioni con classi specifiche, affrontare e concludere un'intera run senza l'ausilio delle reliquie o senza che nessun personaggio muoia in battaglia e, non da ultimo, potenziare tutte le classi fino al massimo livello. A questo si aggiunge l'obbligo di sbloccare tutte le sezioni narrative, attività che richiede tempo e dedizione, vista la natura roguelike del titolo.



Il risultato è un Platino tosto ma appagante, capace di premiare non solo la resistenza e la costanza del giocatore, ma anche la sua capacità di sperimentare strategie diverse. Un riconoscimento che riflette bene la ricchezza di contenuti e la profondità di sfida che il gioco ha da offrire.




L'articolo Lost Eidolons: Veil of the Witch – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

Continua la lettura su www.playstationbit.com

7 ottobre alle 17:10