Dungeons & Dragons: Welcome to the Hellfire Club – Stranger Things – Recensione
La terra di Greyhawkins ha bisogno di noi! La campagna finale di Eddie Munson deve essere completata e l'Hellfire Club si riunisce ancora una volta. Dungeons & Dragons: Welcome to the Hellfire Club, di cui vi parliamo nella nostra recensione, è uno starter set per 3-5 giocatori ambientato nell'universo di Stranger Things. Siete pronti a combattere le minacce del Sottosopra?
Benvenuti all'Inferno
Ci sono film che, per un motivo o per un altro, rimangono legati a specifiche immagini o prodotti. Chi per esempio riesce a pensare a Ritorno al Futuro senza farsi venire in mente la mitica DeLorean di Doc Brown e Marty McFly? Oppure al giovane Tom Cruise che non inforca i suoi Ray-Ban dopo un volo sui caccia di Top Gun? Di esempi potremmo farne all'infinito, ma quello che coinvolge la nostra recensione lega indissolubilmente una serie a un gioco.
Stiamo parlando di Stranger Things, che fin dalle sue prime fasi ci mette di fronte a un elemento chiave. I giovani protagonisti sono impegnati in intense partite a Dungeons & Dragons, il gioco di ruolo di Wizards of the Coast, pronti a sfidare il malvagio Demogorgone. Il GdR diventa punto focale per dare una forma agli orrori del Sottosopra e tornerà anche nelle stagioni successive, con un picco nella quarta grazie alla figura di Eddie Munson, giovane metallaro presidente dell'Hellfire Club e, manco a dirlo, potente Dungeon Master.
Eccoci dunque al motivo della nostra corposa premessa: il nuovo set introduttivo di Dungeons & Dragons si focalizza su uno dei gruppi più controversi della Hawkins High School, per proporre ai giocatori un'esperienza unica. Similmente a quanto visto qualche settimana fa con Heroes of the Borderlands, questo kit contiene infatti tutto l'occorrente per cimentarsi in una intensa campagna di Dungeons & Dragons divisa in quattro atti, ovviamente con una tematizzazione legata all'universo di Stranger Things.

Nella scatola di Welcome to the Hellfire Club
Ma cosa aspettarsi esattamente da un gioco di fatto ambientato nel 1985? La scelta del team è stata quella di ricreare le vibes delle prime versioni di Dungeons & Dragons, plasmando però il tutto sulle meccaniche introdotte con la quinta edizione del gioco. Ecco quindi che una volta sollevato il coperchio della corposa scatola, ci si trova di fronte a una serie di materiali che strizzano volutamente l'occhio a uno stile più vintage.
I quattro libretti d'avventura, accompagnati da una guida rapida e da una più dettagliata, presentano infatti la grafica della prima edizione, con copertine monocolore e illustrazioni piene di dettagli. Nella scatola troviamo anche un poster bifronte dell'Hellfire Club e una foto del club, due gadget decisamente interessanti per gli amanti della serie dei Duffer Brothers. L'elemento sicuramente di maggior pregio e che distingue Welcome to the Hellfire Club da Heroes of the Borderlands è la presenza di uno schermo per il Dungeon Master. Si tratta di uno strumento utilissimo che, oltre a nascondere i segreti del DM ai giocatori (ed eventuali malefatte) riporta sul retro tantissime informazioni utili alla gestione della campagna, oltre a una mappa della terra di Greyhawkins, chiaro omaggio a Greyhawk.

A completare il corredo abbiamo le immancabili schede personaggio, 15 per l'occasione, già predisposte per i livelli 1, 2 e 3, il che consentirà ai giocatori di far progredire i propri eroi. Anche qui emerge forte la tematizzazione: i guerrieri sono versioni fantasy dei protagonisti di Stranger Things e le schede richiamano quelle degli anni Ottanta. Dimenticatevi quindi le plance in stile boardgame viste nel precedente starter set, con Welcome to the Hellfire Club si torna alle origini di Dungeons & Dragons, scelta che non potrà che far piacere ai veterani alla ricerca di una campagna completa. Troveremo inoltre un set di dadi, due mappe double face, un blocco Combat Tracker e alcune dispense per il mondo di gioco. Infine, tornano le carte per incantesimi, oggetti, personaggi e mostri, questi ultimi accompagnati da segnalini personalizzati.

Gli amici non mentono
Come abbiamo più volte sottolineato, la direzione artistica di Welcome to the Hellfire Club punta in maniera importante ai fan di Stranger Things, desiderosi di cimentarsi per la prima volta nel gioco di ruolo così tanto citato nella loro serie preferita. Ecco perché non stupisce che alcuni elementi possano sembrare distanti alla concezione classica di Dungeons & Dragons. Ancora una volta, le carte svolgono un ruolo utilissimo per quanto riguarda la comprensione del gioco, ma la paletta di colori monocromatica permette solo in parte alle meravigliose art in bianco e nero di emergere al meglio.
Sicuramente più d'impatto le illustrazioni contenute nei manuali, che richiamano anche quelle presenti sui segnalini. L'assenza di colore su questi ultimi potrebbe a volte rendere confusionario capire quale sia quello corretto da posizionare, anche se una volta disposti sulla mappa l'illusoria tridimensionalità degli eroi, data dall'utilizzo di basette, aiuterà a distinguere gli alleati dai nemici. Ottimo invece il lavoro svolto nelle singole avventure per aiutare il Dungeon Master a creare la giusta atmosfera, perfetta peraltro per una serata di Halloween decisamente fuori dagli schemi.
Un elemento che abbiamo particolarmente apprezzato è l'interconnessione tra le quattro avventure, pensate davvero come un'intera campagna nella quale far sì evolvere i propri personaggi, ma in cui trovare una continuità che è uno degli elementi portanti di Dungeons & Dragons. A differenza di Heroes of the Borderlands, dove i libri potevano essere affrontati in qualsiasi ordine, qui saremo chiamati a seguire un preciso percorso. Anche in questo caso, è doveroso specificare che siamo di fronte a un prodotto in lingua inglese, dunque chi non la padroneggia potrebbe rimanere tagliato fuori (per il momento) dall'esperienza.

Welcome to the Hellfire Club: un set perfetto una grande avventura
L'introduzione di un set completo come Heroes of the Borderlands, che non a caso abbiamo citato più volte nel corso della nostra recensione, lasciava davvero poco spazio per dei miglioramenti. Welcome to the Hellfire Club rischiava quindi di affacciarsi sul mercato dei giochi di ruolo con la nomea di “more of the same” del precedente set, spinto però da un brand celeberrimo come Stranger Things. Fortunatamente, basteranno pochi secondi per capire che la campagna di Eddie Munson rappresenta una vera evoluzione di uno starter set.
Certo, all'interno della scatola sono comunque presenti tutte le informazioni per cominciare da zero a giocare e il numero di partecipanti rimane limitato (3-5 giocatori, come accennato a inizio recensione). Welcome to the Hellfire Club però non si limita ad accompagnare i giocatori nel mondo di Dungeons & Dragons: li coinvolge, li appassiona e gli regala una campagna ricca e coerente, in cui ritroviamo tutti gli elementi che hanno reso D&D il GdR più famoso e apprezzato del mondo. Le immagini colpiscono l'occhio, i materiali sono di grande qualità e tutto è tarato per adattarsi a giocatori con qualsiasi livello d'esperienza.
Non ci stupiremmo nel vedere un gruppo di giocatori navigati sfruttare questo set per lanciarsi in una campagna precostruita ambientata nel mondo di Stranger Things, magari organizzando una serata a tema approfittando anche dei numerosi rimandi storici al glorioso passato di Dungeons & Dragons. Le circa tre ore per completare i vari capitoli si prestano a un unico tour de force oppure a un maggiore spezzettamento, in base alla volontà dei singoli. Allo stesso modo, chi viene attirato dai riferimenti alla serie dei Duffer Brothers avrà tutti i mezzi per sfidare il Sottosopra e provare a uscirne vincitore. Sempre ammesso di non cadere nei tranelli di Eddie…
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