Tanto si sa che al primo tiro nello specchio della porta il Real la butta dentro, è scriptato peggio di una partita di Pes o Fifa.
Ho quarant’anni e gioco ancora, indifferente alle critiche di chi mi giudica "infantile".
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Tanto si sa che al primo tiro nello specchio della porta il Real la butta dentro, è scriptato peggio di una partita di Pes o Fifa.
Dato che ultimamente non sapevo a cosa giocare, ho deciso di affidarmi ad un classico del mio repertorio da gamer: il recupero di giochi con anni di ritardo. Meglio ancora se di giochi un po sottovalutati o comunque passati sotto traccia rispetto ai tripla A che tutti conoscono.
E in questo filone si inserisce Generation Zero, titolo sviluppato da Avalanche Studio ed uscito ben cinque anni fa..che nel mondo del gaming è come dire almeno quindici vista la velocità con la quale si evolve il settore.
Coooomunque, l’incipit di Generation Zero è piuttsto classico: Siamo nel 1989 e ci troviamo in una Svezia letteralmente annichilita e dominata dalle macchine, robot venuti fuori apparentemente dal nulla e che noi con l’aiuto di un paio di disgraziati dovremmo cercare di fermare. Anzi in realtà come sempre faremo tutto noi, loro non faranno assolutamente niente.
Il gioco è un fps che è possibile anche giocare online, e forse è proprio il poterlo giocare con amici il suo punto forte. Perché io l’ho giocato e finito per conto mio, ma non sono stati rari i momenti difficili e di frustrazione, perché i robot sono tanti, a volte troppi e quindi ingestibili per una persona sola; inoltre il sistema di progressione del personaggio mi è parso un po tropo lento, nel senso che per fare un misero punto esperienza ci metto davvero tanto, e ho finito il gioco sbloccando neanche la metà di tutte le abilità disponibili.
L’aspetto che ho apprezzato di più? Sicuramente la location; è bello ogni tanto non vedere un gioco di questo tipo ambientato negli onnipresenti Stati Uniti. La campagna svedese è deliziosa e ben resa, e anche graficamente il gioco si difende piuttosto bene.
Il dubbio però è che è un gioco veramente troppo vuoto, nel senso che non ci sono npc…anzi ce ne sono letteralmente due, Theresa e Pontus.
Ora, capisco che gli sviluppatori volessero dare l’idea di una Svezia al collasso e soggiogata dalle macchine, ma due superstiti? In tutta la regione? Seriamente?
Qualche avamposto della resistenza umana avrebbe dato un po più di calore e umanità ad un titolo che resta un po freddo e la cui trama è raccontata in pratica solo da documenti e registrazioni trovati in giro, ed essendo il gioco al massimo in inglese beh dopo un po inizia a diventare veramente tedioso leggere quella mole di roba per farsi un’idea di quello che è successo.
Sembra insomma Fallout 76 al lancio, e non è certo un gran complimento.
Ma al di la di qualche criticità, almeno secondo me, resta comunque un gioco godibile e divertente e che sicuramente con degli amici lo può diventare ancora di più.
Voto assegnato da AleAlex
Media utenti: 7 · Recensioni della critica: 5.9
Edit:
Girovagando a caso per la mappa, con l’intento di sbloccare tutte le safe house, ho preso una missione in cui udite udite: ho incontrato altri due npc!
Chiedo venia, Generation Zero. Pensavo fossi un gioco vuoto e senz’anima, ma passare da due npc a quattro, eh beh è tutto un altro mondo.
Ti voglio bene
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