AleAlex

Divinità Simpatiche

42 ore per finirlo, molte meno per scoprire un titolo davvero divertente.
Questa potrebbe essere in breve la mia recensione di Immortal: Fenyx Rising. Ma ci sarebbe anche altro da dire.
Innanzitutto occorre partire dall’aspetto grafico davvero carino ed accattivante, poi potremmo passare al gameplay che dà assuefazione. Oppure fare un cenno ai due narratori fuori campo, Prometeo e Zeus, i cui siparietti mi hanno strappato più di un sorriso.
Ma non è tutto oro ciò che luccica, perché Immortals ha un problema che alla lunga potrebbe portare il giocatore alla noia: la ripetitività.
Essì, anche lui soffre del medesimo problema della maggior parte dei giochi open world, tante cose da fare, a ripetizione.
Purtroppo a soffrire di ripetitività è anche la trama principale, quasi interamente legata alla soluzione di enigmi ambientali all’interno delle cripte.
Le maledette cripte. Tante, troppe, e molto spesso inutilmente lunghe e tediose.
Però alla fine, se non sei troppo schizzinoso, ti ci diverti. Le mie 40 ore sono volate.