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Su TanoX_93

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Cover Phoenix Wright: Ace Attorney - Spirit of Justice per 3DS

Portare a termine un Ace Attorney è per me sempre sia un momento di gran gioia ma allo stesso tempo anche di enorme sofferenza, perché se da una parte arrivo alla fine di una bella storia comprendendone tutte le sfaccettature, dall'altra il salutare per molto tempo i personaggi e tutto ciò che li circonda mi da sempre un po' fastidio. La cosa ovviamente è vera anche per questo nuovo capitolo della serie, Spirit of Justice, pur ammettendo che non tutto ciò che mi è stato offerto è stato di mio gradimento questa volta. Nonostante ciò, però, ci sono alcune cose che sono state per me così belle da lasciare un'impronta importante, vi spiegherò tutto nel resto della recensione.

Per cominciare, il gioco si svolge alternativamente in due ambientazioni diverse: il regno di Khura'in, dove si trova attualmente Phoenix in viaggio per rincontrare Maya Fey, una nostra vecchia conoscenza; e nella solita America dove prenderemo il comando dei due apprendisti di Phoenix, ovvero Apollo ed Athena.
Appare subito noto che la gita di Phoenix non sarà destinata ad essere un semplice viaggio di piacere, difatti si ritroverà subito immischiato in un caso da risolvere. Sin dall'inizio, il gioco fa capire che le uniche vere novità apportate nel gameplay questa volta saranno infatti limitate ai casi svolti in questo misterioso regno di Khura'in, dove gli avvocati difensori non prendono parte ai processi e questi vengono risolti tramite la Divination Séance, un rituale che permette di osservare gli ultimi momenti della vita del defunto attraverso i suoi occhi. Phoenix decide di portare alla luce i limiti di questo rituale, andando contro le leggi stesse del regno, ma ciò comporta un grande rischio: se il difensore fallisce nel provare innocente l'accusato, verrà punito a sua volta con la stessa pena.
Questo folle sistema giuridico non ha lasciato sconvolto soltanto Phoenix, ma anche un gruppo di persone noti come Defiant Dragons che stanno tentando in tutti i modi di contrastarlo portando avanti un progetto rivoluzionario, venendo anche etichettati come terroristi.
La trama di questo capitolo appare molto più “seria” dei predecessori, dove prima di cominciare ad avere un assaggio della vera trama bisognava aspettare più o meno il terzo caso, qui invece le basi di essa vengono gettate sin da subito e si è immediatamente all'interno dell'azione. Questa scelta mi è piaciuta molto, soprattutto perché ho adorato l'intero setting di Khura'in, i personaggi che la abitano e l'ideale rivoluzionario dei Defiant Dragons.
Come da tradizione, il giocatore verrà sottoposto a molti colpi di scena più o meno forti, ma ognuno lascerà il segno, soprattutto quelli che si manifesteranno durante le fasi finali del gioco. È opportuno specificare però che non a tutti i personaggi è stato dato lo spazio necessario per brillare. Il gioco, nonostante porti nel nome “Phoenix Wright”, vedrà poche volte quest'ultimo sotto i riflettori. Personalmente, il protagonista principale di questo capitolo della serie è Apollo Justice, non tanto perché è quello che comanderemo di più, ma perché tocca a lui stavolta ricevere un significativo approfondimento della sua storia personale come è toccato ad Athena Cykes in Dual Destinies.
La stessa Athena, sfortunatamente, riceve davvero troppe poche attenzioni. La giovane apprendista è infatti costantemente relegata al ruolo di personaggio di supporto, o addirittura secondario, trovando un momento di gloria soltanto durante il terzo caso che, però, non solo prevede soltanto UNA SINGOLA fase in tribunale da affrontare (quindi nemmeno investigazioni prima del processo), ma è anche terribilmente filler. Sembra sia stata messa lì apposta per non infastidire coloro che si sono affezionati al personaggio di Athena e avrebbero lamentato molto una sua totale assenza come personaggio rilevante in questo seguito. Peccato che questo risultato mi sembra anche peggio. Altro elemento deludente è lo scarso impiego di una figura rilevante come quella di Maya Fey, il cui ritorno nella serie è stato sponsorizzato tantissimo, ma che nel gioco compare effettivamente troppo poco. Non solo, per rivederla al fianco di Phoenix in un caso nei panni di sua assistente, dovremo attendere sino al caso bonus DLC. Un grandissimo peccato.
Per quanto riguarda invece i personaggi nuovi, è qui che il gioco brilla davvero. Ognuno di essi è legato in qualche modo agli eventi principali, perciò è caratterizzato molto bene. La principessa Rayfa Khura'in, colei che effettua la Divination Séance, si rivela un personaggio discretamente caratterizzato, che cresce molto nel corso della storia ma non arriva mai a brillare davvero, è un personaggio ok nel complesso.
Il nuovo procuratore Nahyuta Sahdmadhi è un personaggio che invece provoca sentimenti contrastanti. Seppur sia caratterizzato davvero molto bene e la sua storia sia molto bella, non sono riuscito a farmelo piacere. Troppo spesso sottotono, sempre troppo serio e, durante il caso finale, quando è il suo momento per stupire e sorprendere il giocatore, fallisce miseramente risultando quasi privo di personalità e, pertanto, uno dei procuratori più controversi dell'intera serie. Purtroppo, è un personaggio che non sono riuscito a farmi piacere appieno.
Il personaggio migliore del gioco, però, è a mio parere Dhurke Sahdmadhi. Poche volte mi è capitato di avere a che fare con un personaggio così ben caratterizzato e così semplicemente bello. Ho adorato tutto di Dhurke, dal suo design al suo carattere, ai suoi ideali ed al suo motto. Inutile dire che la sua storia mi ha portato alle lacrime. Dhurke, nell'arco di un singolo titolo, è riuscito ad imporsi prepotentemente come mio personaggio preferito IN ASSOLUTO dell'INTERA SERIE. Non credo di risultare esagerato se dico che giocare a Spirit of Justice vale la pena anche solo per lui.

Per quanto riguarda il gameplay, è pressappoco quello di Dual Destinies che ha ricevuto però qualche miglioramento qua e là, come ad esempio la possibilità di poter esaminare qualsiasi scenario a nostra volontà e non poterlo fare solo quando è il gioco a dircelo. L'unica novità nei processi è infine la Divination Séance, che come ogni minigame della serie è ben pensata e divertente.
Graficamente invece il titolo è migliorato molto, i modelli dei personaggi sono fatti meglio così come gli scenari. L'effetto 3D è, anche in questo caso, della medesima qualità del predecessore. Le cutscene animate sono presenti anche qui, finalmente con dei sottotitoli, e sono di discreta qualità nonostante siano state realizzate dagli stessi che hanno realizzato il recente anime di Ace Attorney, molto criticato per le sue animazioni di bassa qualità.
A livello sonoro invece c'è poco da dire, è un Ace Attorney e come tale possiede una colonna sonora di tutto rispetto. Molte tracce sono davvero belle e regalano una bella atmosfera, mentre altre track vengono riproposte in versione remixata, risultando più accattivanti delle originali.

In definitiva, questo è un altro bel capitolo della serie Ace Attorney, ma lasciatemi fare un piccolo appunto personale. Con Dual Destinies prima e Spirit of Justice poi, è apparso chiaro come Phoenix abbia ormai ben poco da raccontare e portare alla serie. Con gli approfondimenti di personaggi come Athena in Dual Destinies ed Apollo in Spirit Of Justice, è palese come questi due rappresentino non solo il futuro nel loro lavoro, ma anche nella serie stessa. Non ha senso intitolare un gioco “Phoenix Wright” se poi egli stesso si vede fin troppo poco e gli eventi non ruotano nemmeno attorno a lui. Si fosse chiamato “Ace Attorney Apollo: Spirit of Justice” o in un altro modo che non scriverò perché potenzialmente spoileroso, sarebbe stato molto meglio.
Spero che con i futuri Ace Attorney, quindi, si dia più focus al protagonista principale della serie o si prenda la coraggiosa decisione di rendere protagonista qualcun altro.
Per il resto, il gioco è caldamente consigliato se siete fan della serie e avete giocato tutti i precedenti, altrimenti recuperate per lo meno Dual Destinies e poi questo.
Se ci fosse stato maggiore focus su tutti i personaggi chiave e ci fosse stato un terzo caso più all'altezza, il voto sarebbe potuto essere maggiore, ma a causa di ciò si becca “solo” un 8,5.