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Rise of the Tomb Raider - recensione

Dopo Forza Motorsport 6 e Halo 5: Guardians, è finalmente arrivato il momento di parlare di Rise of the Tomb Raider, l'ultima esclusiva della line up autunnale di Xbox One per il 2015. Come probabilmente avrete già notato sbirciando il voto a fine pagina, Microsoft è riuscita a calare sul tavolo un tris (o poker, se consideriamo anche Gears Of War: Definitive Edition) di giochi imperdibili per tutti i possessori della console, creando una line-up adatta a tutti i palati. Ora però entriamo a parlare nel dettaglio dell'ultima fatica di Crystal Dynamics, storici sviluppatori del franchise che a questo giro hanno preferito andare sul sicuro e non stravolgere le cose fatte nel precedente capitolo.



Non preoccupatevi però: le novità non mancano, ma non vanno ad intaccare più di tanto il gameplay già ampiamente collaudato. Anche la storia, ad essere onesti, non offre spunti originali o degni di nota, e ad ogni intermezzo si ritrova quella sensazione di déjà-vu già vissuta in decine di altri videogiochi e film d'avventura.



Ma allora cos'è che rende Rise of the Tomb Raider un titolo imperdibile per tutti gli appassionati del genere? La risposta è semplice: si lascia giocare che è un piacere e la voglia di scoprire, esplorare, cacciare e combattere resta sempre su livelli altissimi.

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9 novembre 2015 alle 09:00