Dungeon Keeper: che fatica essere Cattivi!
1997 – E' purtroppo opinione comune che la vita del Signore del Male sia una sorta di pacchia ad oltranza in cui potersi abbandonare ad ogni bagordo, senza dover affrontare nessuna delle responsabilità che pendono normalmente sul capo di qualsiasi leader. Chiunque abbia mai giocato a Dungeon Keeper sa però fin troppo bene che per mandare avanti un misero dungeon, Sua Malvagità è costretto a scendere ogni giorno a patti con tribolazioni atroci, delle quali spese di manutenzione, stipendi da pagare, personale inaffidabile ed ostacoli burocratici costituiscono solo la punta dell'iceberg.
La disposizione degli ordini ai sottoposti, come pure le operazioni di arredamento del dungeon venivano espletate attraverso un pratico menù ad icone, dal quale la “mano” dell'Oscuro Signore sarebbe andata a pescare il necessario.
Pur riuscendo a sopportare l'inettitudine dei Goblin, la spacconeria degli Orchi e tutti gli insopportabili ammonimenti del suo viscido “consigliori”, questi non può comunque evitare che la migliore delle sue giornate venga rovinata dell'improvvisa irruzione dei classici Eroi del Villaggio: le incursioni di queste pompose “prime donne” dall'armatura luccicante ed il fendente facile, rappresentano anzi la grana più grande con cui egli è costretto a convivere.
La sopravvivenza del nostro Dungeon e la conseguente integrità dei nostri piani di conquista sarebbero ovviamente dipese dalla protezione del Sancta Sanctorum nascosto al suo interno. Qualora gli eroi in visita l'avessero distrutto, ci sarebbe toccato levare le tende…
Queste annose problematiche di matrice non solo pratica, ma anche esistenziale sarebbero state, come avrete ormai intuito, il leit motiv dell'ennesimo capolavoro marchiato Bullfrog. Meglio inquadrabile come il primo “Reality-Game” basato sulla vita del Maligno e i suoi caracollanti tentativi di conquistare il mondo, Dungeon Keeper si divertiva infatti a sovvertire le leggi morali che regolano più o meno da sempre la quotidianità di noi giocatori riservandosi, parallelamente, il lusso di mettere alla berlina tutti i più biechi clichè del comune immaginario fantasy.
Il nostro malefico Alter Ego era in grado di prendere il controllo di qualsiasi ogni creatura popolante il suo Dungeon. Così facendo avremmo potuto esplorare i numerosi anfratti di quest'ultimo tramite una comoda modalità in soggettiva che ci avrebbe anche permesso di cimentarci in furiosi combattimenti FPS-Style con gli eventuali “intrusi”.
Forte di una solida intelaiatura gestionale e sorretto da un comparto grafico carico di deliziosi dettagli, il giocone piombò sul mercato al termine della calda estate del 1997, trascinando a suo seguito un tale bagaglio di diaboliche trovate da permettergli di ambire agevolmente al rango di un classico come Populous… E non crediate che il merito di un tale successo fosse soltanto figlio allo humor nero trasudante da ogni singolo pixel in scena.
Il gioco si guadagnò due espansioni – Dungeon Keeper: The Deeper Dungeons (1997) e Dungeon Keeper Gold (1998) – più un sequel vero e proprio: Dungeon Keeper 2 (1999). Tra il 2013 e il 2014, EA ha dunque affidato alla Mythic il compito di realizzane dei remake Android e iOS.
Per quanto possa essere stato divertente gestire un villaggio di Animal Crossing o trascorrere intere giornate ad amministrare la quotidianità dei Sims, dedicarsi alla progettazione di un qualsiasi labirinto di Dungeon Keeper resta difatti una delle esperienze più coinvolgenti dell'intera storia di questo particolare branca del gaming.
IN VIDEO
L'esilarante introduzione in CGI riassumeva con incredibile efficacia e straordinaria ironia l'essenza del gioco!
La costruzione di un Dungeon ben strutturato avrebbe richiesto grande inventiva e un accorta gestione di risorse e forza lavoro:
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Joyrayd
Era un grandissimo gioco!
Nico Giraldi
Uno dei miei primi giochi per PC. Favoloso!