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Chivalry: Medieval Warfare - recensione

Quando uscì nel 2012, Chivalry: Mediaval Warfare fece molto parlare di sé per la formula piuttosto originale che voleva mescolare il gameplay e il ritmo dei vari Call of Duty (Medieval Warfare è più di una velata strizzatina d'occhio ai Modern Warfare che imperavano in quel periodo) con i combattimenti all'arma bianca tipici dell'epoca medioevale.



Un'idea sicuramente interessante sulla carta che però si è dovuta scontrare con la realtà. Torn Banner Studios era un team sicuramente ambizioso ma non altrettanto abile nello sviluppo e molto giovane. Il risultato è stato un prodotto che per lungo tempo è stato ricco di bachi più o meno vistosi, che si reggeva su di un'infrastruttura non particolarmente performante e un motore grafico piuttosto pesante. Il continuo supporto e l'arrivo della stessa Activision a patrocinare la versione per console, però, potrebbero aver cambiato le carte in tavola e fatto emergere la farfalla dal suo bozzolo. Ma è davvero così?



Avviando per la prima volta Chivalry Mediaval Warfare su Xbox One e su PlayStation 4 sarete invitati a seguire un veloce tutorial che vi mostrerà il sistema di controllo e le principali meccaniche di gameplay. Similmente agli altri FPS presenti sul mercato, Chivalry è organizzato in classi, ognuna con un tipo di armamento specifico. Si potrà combattere con una classica combinazione fatta di spada e scudo, con armi da maneggiare a due mani o altre da lancio. Ogni tipo di lama è caratterizzata da statistiche piuttosto differenti, come la velocità, il danno inferto e la portata, tutti elementi che vi obbligheranno ad impararne le ruotine di attacco per poter comprendere il tempismo con il quale portare o parare un colpo.

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11 gennaio 2016 alle 17:10